Mercoledì 24 Aprile 2024

IL TOUR STRIZZA L'OCCHIO A NIBALI

MENO crono, più salite: anche il Tour strappa al Giro l'etichetta di corsa più dura del mondo e pazienza se il paese non sarà il più bello del mondo, come recitava un felice quanto sorpassato slogan rosa. Nel 2015 l'evento francese, che scatterà da Utrecht in Olanda il 4 luglio, lima ai minimi storici le prove contro il tempo: delle due che sopravvivono, una sarà individuale di appena 14 chilometri in apertura, l'altra a squadre di 28 chilometri alla fine della settimana iniziale. Il resto sarà un viaggio meno classico del solito, con tappe corte per favorire lo spettacolo e molti arrivi insidiosi prima di affrontare Pirenei e Alpi con cinque traguardi complessivi in quota, con l'Alpe d'Huez il giorno prima della passerella a Parigi. A spezzare la monotonia della prima settimana, ci penseranno le frazioni dove il vento, il pavè e rampe per scattisti come il muro di Huy in Belgio e il muro di Bretagna nel nord francese potrebbero già cambiare i connotati alla corsa. Moderno, spettacolare o emozionante che dir si voglia, il concetto base non cambia: sarà un Tour più duro del solito. Gradito dall'ultimo vincitore: sorridente in prima fila, Vincenzo Nibali strizza l'occhio alla Francia, pur continuando a far credere che l'eventualità di una doppia sfida Giro-Tour esista. Sicuramente, per gli altri. «E' un bel tracciato, con una prima settimana nervosa e l'ultima che deciderà la classifica con le sue salite. Per storia e fascino mi piacciono le tappe di Plateau de Beille e l'Alpe d'Huez, ma di frazioni toste ce ne sono altre. Giro e Tour? Lottare per una corsa a tappe logora, affronteremo l'argomento presto: di sicuro, al Tour voglio esserci». Di sicuro ad attendere Nibali ci sarà Alberto Contador: lo spagnolo ha già fatto sapere di voler puntare alla doppietta Giro-Tour, «anche se in Francia bisognerà presentarsi al top perché la crono corta può dire parecchio». Pensa alla doppietta anche Chris Froome, voltando però le spalle al Tour: «corsa per scalatori», il giudizio del keniano bianco, che rivela di esser attratto dal Giro d'Italia dove c'è una maxicrono di 60 chilometri. «In carriera mi sono sempre concentrato su una sola grande corsa a tappe a stagione: potrebbe esser l'occasione per giocare su due tavoli, facendo Giro e Vuelta». Se è solo pretattica, lo scopriremo presto.