Sabato 4 Maggio 2024

Il Califfo e i suoi fratelli europeiDue francesi e un gallese tra i boia

Giovanni Serafini PARIGI NEL VIDEO, 16 minuti di orrore, lo si vede a viso scoperto. È giovane, ha la barba. Come gli altri carnefici indossa una tuta mimetica. Stringe nella mano destra un coltello, con la sinistra tiene per il collo un uomo inginocchiato, un soldato dell'esercito siriano. Il viso del boia è inespressivo. Le immagini non mostrano la decapitazione, ma si soffermano sulla testa della vittima posata in terra, accanto al corpo. Il boia è stato identificato dagli esperti dei servizi segreti: è un francese di 22 anni, si chiama Maxime Hauchard, è nato a Bosc-Roger-en-Roumois, comune di tremila abitanti in Normandia. Secondo la Procura di Parigi, oltre a lui potrebbe esserci un secondo francese tra gli aguzzini occidentali dell'Isis. La Francia ha aperto un'inchiesta per assassinio e banda armata con finalità terroristiche, che dovrà accertare le responsabilità di «due francesi». Assieme ai transalpini ci sarebbere anche un tedesco (secondo il Daily Mail) e uno studente gallese di medicina, Nasser Muthana, identificato dal padre che però poi ha ritrattato. LA STORIA orribile di Maxime Hauchard, arruolatosi fra i tagliagole islamici, non parte da una banlieue disagiata, né da una famiglia disgregata. Il paese, un'ora e mezza da Parigi, è tranquillo. I genitori sono brave persone, gente che lavora. Maxime ha una sorella più piccola. Ha vissuto un'infanzia senza traumi. Un ragazzo descritto da tutti come «cortese, irreprensibile, pronto a far festa», ma che a 17 anni, improvvisamente, abbandona gli studi: affascinato da alcuni video scoperti su Internet, ripudia il cattolicesimo per convertirsi all'Islam. «Andava alla moschea, pregava, non dava fastidio a nessuno», dice Philippe Vanheule, il sindaco. Adesso a Bosc-Roger la popolazione è sotto choc. I genitori di Maxime si sono murati in casa. Tutti si chiedono come sia avvenuta una simile tragedia. Si sa che Hauchard ha lasciato la Normandia nel 2012, a 20 anni, per recarsi in Mauritania a perfezionare' l'indottrinamento religioso. Tornato in Francia, il 17 agosto 2013 ha preso un volo low cost per la Turchia, si è spostato quindi a Gaziantep, da lì ha raggiunto la Siria dichiarando alle autorità di frontiera che viaggiava per una missione umanitaria. Preso in carica da membri dell'Isis è stato portato a Raqqa, feudo dell'organizzazione islamica, dove ha iniziato gli allenamenti paramilitari. Ha cambiato nome: si faceva chiamare Al-Faransi, che in arabo significa il francese'. È STATO lui stesso a raccontare tutto in un'intervista via Skype con la tv francese BFM, nel luglio scorso. Ha detto che viveva in una baracca con una quarantina di uomini, principalmente arabi; che riceveva soldi e tutte le armi che voleva; che aveva già partecipato a operazioni sul terreno, ma ne aveva in serbo una «molto più importante». Aveva postato su internet brevi video che lo mostrano in posa, armi alla mano. «Il nostro obiettivo è la chahid', il martirio. Sarà per noi la più grande ricompensa», aveva commentato. Maxime è uno dei mille giovani francesi che si sono arruolati nella jihad in Siria e in Iraq. Il ministro degli Interni Cazeneuve ha lanciato un appello ai giovani affinché «aprano gli occhi davanti alla realtà di questi criminali che stanno costruendo un orrendo sistema di barbarie».