Mercoledì 24 Aprile 2024

Gigi Buffon, porta bunker. Zoff: merita il record

Il portiere bianconero a un passo da Dinomito e Seba Rossi: "Se mi batte lui mi dispiace meno"

Gigi Buffon (LaPresse)

Gigi Buffon (LaPresse)

Torino, 1 marzo 2016 - «C’È UNA LEGGENDA che parla di un uomo che vive in fondo al mare, è un pescatore di uomini, l’ultima speranza per tutti i dispersi in balia delle acque, è conosciuto come il Guardiano». Chiacchierando con Dino Zoff abbiamo avuto la sensazione che quel «Guardiano», interpretato al cinema da Kevin Costner e Ashton Kutcher, potesse assomigliare un po’ al portiere di calcio, una visione romantica delineata da quello che è stato considerato da tutti come uno dei più grandi «numeri uno» al mondo, dentro e fuori dal campo.

Zoff, innanzitutto, come sta?

«Abbastanza bene. Meglio. Non mollo».

C’è Buffon, arrivato a quota 746 minuti, che insidia il suo record in imbattibilità in campionato di 903 minuti.

«Se dovesse batterlo Gigi, mi dispiacerebbe un po’ di meno (risata, ndr)».

Un po’ le dispiacerebbe però?

«Certo, anche se i record sono fatti per essere battuti, però sono più legato a quello delle 332 presenze consecutive, ne vado orgoglioso. Esserci sempre è stato duro, ma appagante. Ai miei tempi forse era più facile, con le regole di oggi, l’espulsione diretta del portiere, il turnover, è più complicato».

È stupito da quello che sta facendo Buffon?

«Assolutamente no. E’ un fuoriclasse assoluto. Il record, ma soprattutto le prestazioni, sono la fotografia di un professionista esemplare, che si allena forse più di prima».

Alla soglia dei 40 anni cosa cambia?

«Poco. Lo dico per esperienza. Le tensioni sono le stesse. Con il tempo affini la tecnica, diventi più saggio, conosci meglio i tuoi limiti, riesci a gestirti, anche perché non devi correre come un centrocampista. E poi credo che Buffon abbia la stessa voglia di divertirsi di quando era un ragazzino».

Facciamo una proporzione, un gioco: Zoff sta a Buffon come Buffon sta a...

«A Donnarumma. Potrebbe diventare l’erede di Gigi».

Come è cambiato il ruolo del portiere nel tempo?

«A prescindere dalla propensione a giocare con i piedi, una peculiarità nel calcio moderno, il portiere resta un uomo solo, è l’ultima speranza per i compagni per non prendere gol, una volta si diceva, il portiere è mezza squadra, nel senso che uno bravo porta tanti punti».

Però non basta per vincere il pallone d’oro.

«Buffon l’avrebbe meritato, non solo nel 2006, ma anche quest’anno. Mi ha stupito che non sia stato inserito nella lista dei finalisti. Il portiere non ha il fascino dell’attaccante, anche se a volte è più decisivo».

Una volta Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, etc. Oggi, Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini. Il paragone regge?

«Certo. Oltre ad essere dei campioni e a giocare in squadre vincenti, li accomuna lo spessore morale. Uomini prima che calciatori».

Chi vince lo scudetto?

«La Juve è favorita».

Si aspettava una rimonta così?

«Ho sempre creduto nella forza di questo gruppo, con i 3 punti però è più facile».

Il Bayern è un Everest insormontabile?

«Può farcela, servirà un’impresa in Germania. Hanno dimostrato di essere all’altezza dei più forti in Europa».