Mercoledì 24 Aprile 2024

Milan, Galliani richiama Ancelotti. Re Carlo in pole su Conte

Con l'addio di Inzaghi ormai certo, Berlusconi avrebbe dato l'ok per il ritorno del tecnico delle due Champions. L'ad: "Lo sento tutti i giorni"

Carlo Ancelotti e Silvio Berlusconi (Newpress)

Carlo Ancelotti e Silvio Berlusconi (Newpress)

Milano, 21 maggio 2015 - "Ancelotti lo sento tutti i giorni". Adriano Galliani, anche ieri a Milanello come presenza forte e rassicurante della proprietà (ancora) berlusconiana, confessa volentieri la frequentazione vocale col vecchio Carletto, che non ha mai smesso di considerarsi uno di famiglia. Chissà se l'amministratore delegato del Milan sente tutti i giorni anche Antonio Conte, che della famiglia rossonera non fa parte nemmeno se gli innestassero falsi ricordi sotto corteccia? Di cosa parlerebbero tutti i giorni Conte e Galliani? Forse di parrucchini, forse di panchina rossonera. Perché, gira che ti rigira, sono sempre Ancelotti e Conte i fuochi dell'ellisse allenatoria, i candidati di peso alla successione.

Pippo Inzaghi, che vive gli ultimi giorni al servizio del Diavolo dignitosamente affaccendato, sarà libero da giugno: il Grande Capo, sottolineando le differenze di vedute tra lui e il piacentino, ne ha di fatto confermato la non conferma. Andrà al Sassuolo? Farà il commentatore televisivo? Il prudente Galliani dice che non c'è ancora nulla di deciso. Vero, ma da tempo s'è deciso almeno, nelle alte stanze rossonere, che la prossima panchina non sarà più un azzardo né un laboratorio. Dopo Seedorf e Inzaghi (ma la fase d'azzardo e laboratorio forse era cominciata addirittura con Leonardo de Araujo in panca) ci vuole una figura forte: Ancelotti e Conte rispondono al requisito.

Da Madrid Carletto tornerebbe volentieri al Milan, anche con una decurtatio d'ingaggio: ieri la squadra si è schierata con lui, ma l'esonero sembra imminente. Carletto piace al Manchester City e, nella più fantasiosa delle ipotesi, al Barcellona. Ma al Milan, in tutti i sensi, sarebbe un'altra cosa. Con Conte ci sarebbe invece secondo alcuni il problema remoto del piede in due scarpe (Milan e Nazionale), ma anche nel suo caso, una solida base di ripartenza.

Su Vincenzino Montella al Milan, dopo la rottura viola, si sta scrivendo molto, ma il separando allenatore della Fiorentina sembra passare in secondo piano anche nei confronti di un terzo veterano col sigillo di garanzia: Marcello Lippi. Proprio Silvio Berlusconi ha detto di non escluderlo («Vedremo) ed è quindi un modo di includerlo nella rosa dei glutei atti alla panca rossonera.

Invece sembra ormai perdere terreno Unay Emery (Siviglia), che non convince del tutto il Grande Capo, mentre il silente ma presente Maurizio Sarri (Empoli) è una candidatura adamantina e mai scalfita. L'allenatore del Milan 2015/'16 dovrà comunque dare risposte già in corso d'opera, nessuna stagione di transizione, sia che il Milan diventi cinese sia che passi a una cordata di ambulanti sia che, come pare, rimanga a Silvio a maggioranza (e si parla di un Mister Bee arrabbiato alla scadenza dell'ultimatum: c'è da capirlo...). Con un grande mercato di italiani (Immobile e Bertolacci, fate un po' voi), trovandosi simpaticamente per il mercato un'ottantina di milioni forse per diretta intercessione dell'arcangelo Gabriele. Anche le vie del Diavolo sono infinite, o così i cacciaviti fideisti amano credere.