Giovedì 2 Maggio 2024

Fisco, vademecum contro i colleghi corrotti o lavativi: "Statali, denunciatevi"

Ecco il manuale degli spioni anti furbetti: garantito l'anonimato a chi denuncia il collega. Definiti i limiti del whistleblowing (la soffiata): "Noi contro la corruzione"

Un ufficio pubblico

Un ufficio pubblico

Roma, 27 febbraio 2015 - IL DELATORE diventa «prezioso collaboratore spontaneo». Ci tiene a sottolinearlo Rossella Orlandi, numero uno dell’Agenzia delle Entrate, presentando il manualetto – quattordici pagine – con cui spiega come verrà combattuta la corruzione nei suoi uffici: con la soffiata di chi si accorgerà del comportamento non proprio specchiato di un collega. Lo potrà denunciare rimanendo anonimo (salvo che non si vada a un’azione penale, e allora in quel caso dovrà testimoniare) e così potranno essere evitate mazzette a go-go, spese superflue, consulenze fasulle, ma anche la truffa più banale: quella di strisciare il badge al posto di un altro che se ne sta tranquillo al bar a bere il cappuccino o che quella mattina invece di recarsi al lavoro ha bisogno di fare un giro al supermercato. Si chiama «segnalazione interna di condotte illecite», ma gli angolosassoni hanno un termine più allegro: whistleblowing, soffiando nel fischietto.

GRAFICO: ECCO IL MANUALE DEGLI SPIONI ANTI FURBETTI

«NOI contro la corruzione», il motto della Orlandi (in attesa che il provvedimento venga esteso a tutta la Pubblica amministrazione), subito sposato dal presidente dell’Autorità anti-corruzione, Raffaele Cantone («Da noi è in uso e ci sono già state varie denunce»). In quattordici pagine si spiega quali sono le possibilità di intervento del «soffiatore» che non devono riguardare questioni personali o di rapporti con i superiori, ma andare in quella direzione che la Orlandi definisce nel manuale «etica». La lotta all’illegalità fiscale, sostiene, deve partire per prima dall’interno degli uffici che sono preposti al controllo. «Nessuno deve nutrire dubbi su di noi», sentenzia la Orlandi.

IL PROBLEMA più importante da affrontare – e che anche la legislazione europea prevede – è quello dell’obbligo di «protezione e tutela del dipendente che segnala fatti corruttivi». Tutela che prevede mail criptate di segnalazione che pochi, tenuti ovviamente al segreto, leggeranno senza divulgarne l’autore a meno che lo stesso non dia il suo permesso. E in questa direzione è la speranza della Orlandi: «Si auspica il ricorso a segnalazioni nominative perché la finalità è di dare espressione al senso civico di ogni dipendente». Ciò che avverrà sarà da valutare; all’Agenzia delle Entrate si spera che all’esterno «la gente colga la percezione del nostro essere un’amministrazione credibile». Negli uffici si giudicherà la qualità della soffiata e che i «delatori» non debbano poi essere identificati con i «carrieristi».

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