Venerdì 26 Aprile 2024

Uber non denunciò il furto 57 milioni di dati di passeggeri e autisti

Piuttosto che rendere noto il furto di dati di 50 milioni di clienti e di 7 milioni di loro autisti, Uber pagò 100mila dollari di riscatto agli hacker

Uber, rubati i dati di passeggeri e autisti (Afp)

Uber, rubati i dati di passeggeri e autisti (Afp)

Washington, 21 novembre 2017 - Uber finisce nei guai. La società che offre un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso un'applicazione mobile, ha preferito tacere e pagare un riscatto di 100.000 dollari agli hacker che lo scorso anno hanno violato i suoi sistemi e rubato i dati sensibili di 50 milioni di clienti e di 7 milioni di loro autisti.

Secondo l'agenzia Bloomberg il clamoroso furto risale ad ottobre del 2016 e riguarda nomi, email, numeri di telefono di 50 milioni di clienti di Uber ed i dati personali di circa 7 milioni di autisti, inclusi i numeri di patente di 600.000 Statunitensi. 

Uber garantisce che non sarebbero stati trafugati altri dati sensibili come numeri delle carte di credito, numeri della sicurezza sociale (l'equivalente del nostro codice fiscale con cui negli Usa si può rubare l'identità di una persona). Ma il fatto di aver tenuto segreto per tamnto tempo l'attacco hacker non aiuta la credibilità dell'azienda.