Giovedì 25 Aprile 2024

Iraq, "Mosul completamente liberata dall'Isis"

L'esercito iracheno ha riconquistato anche la grande moschea di al-Nuri, luogo simbolo dove tre anni fa al Baghdadi annunciò la nascita dello Stato Islamico

Uomini delle forze federali di polizia irachene a Mosul (Afp)

Uomini delle forze federali di polizia irachene a Mosul (Afp)

Baghdad, 29 giugno 2017  - L'annuncio, atteso da mesi, è arrivato dal ministero della Difesa iracheno a Sky News Arabia: "Mosul è stata completamente liberata dall'Isis". La Difesa sottolinea che "tutti i terroristi dell'Isis sono stati eliminati o cacciati da tutti i quartieri" della città irachena. Il portavoce dell'esercito iracheno, generale Yahya Rasool, ha dichiarato alla tv nazionale: "Il loro fittizio stato è caduto". Il premier Haider al-Abadi, ha fatto sapere di aver "dato istruzioni per portare la battaglia alla sua conclusione".

In precedenza l'esercito iracheno aveva dato l'annuncio che le forze di sicurezza avevano riconquistato la grande moschea di al-Nuri, nella città vecchia di Mosul. Una conquista dal grande valore simbolico perchè è la moschea più nota e dove Abu Bakr al-Baghdadi annunciò, proprio il 29 giugno di tre anni fa, la nascita del califfato dello Stato Islamico. Purtroppo ormai il luogo sacro è ridotto a un cumulo di macerie, per l'esercito iracheno distrutto dai miliziani dell'Isis il 21 giugno, mentre gli jihadisti accusano la coalizione internazionale a guida Usa. 

Mosul, 300 chilometri a nord di Baghdad e con un milione e mezzo di abitanti, è la seconda città dell'Iraq. Dal giugno 2014 era sotto il controllo delle milizie dell'Isis. E' stata liberata nel terzo anniversario della proclamazione del califfato: il 29 giugno 2014 Abu Bakr Baghdadi dichiarò al mondo di essere il leader di un territorio compreso tra il nord della Siria e il nord dell'Iraq e conquistato dall'Isis. La città è cruciale dal punto di vista strategico: in Iraq era l'ultimo grande centro ancora sotto il controllo jihadista nel Paese e vicina alla Siria. Le sue dimensioni ne hanno reso più difficile la liberazione rispetto ad altre città come Falluja o Ramadi che erano quattro o cinque volte più piccole.

Mosul è a stragrande maggioranza sunnita, proprio come i miliziani dell'Isis, mentre il governo e l'esercito iracheno sono prevalentemente sciiti. Tra l'altro vi vivono 7.000 ex ufficiali delle forze armate di Saddam Hussein e altri 100.000 ex militari, molti dei quali furono cacciati nel processo di 'de-baathificazione' (da Baath, il nome del partito di Saddam, ndr) avviato dopo l'invasione americana nel 2003 e che quindi si sono almeno in parte schierati con le forze del Califfato. I lunghi preparativi per la riconquista hanno dovuto tenere conto dell'aspetto militare ma anche di quello umanitario: secondo le autorità irachene, da ottobre 2016, inizio dell'operazione, sono fuggiti da Mosul piu' di 650.000 persone. Dopo la riconquista della parte est, la prima a cadere, sono tornate a casa circa 140.000 persone. Negli ultimi 10 giorni, le forze irachene sono avanzate dentro la Città Vecchia, l'ultima sacca ancora rimasta sotto il controllo dei jihadisti. La città è divisa dal Tigri e il governo di Baghdad ha annunciato la liberazione della metà orientale della città nel gennaio del 2017. Un mese dopo è cominciata la grande offensiva finale, ma la riconquista della zona sulla riva destra del fiume, in cui si intrecciano vicoli e strette stradine, si è rivelata più complicata.