Mercoledì 24 Aprile 2024

Il presidente delle Filippine a Obama: "Figlio di p..., te la farò pagare"

Duterte ha intimato al presidente Usa di non interferire negli omicidi extragiudiziari oppure "figlio di p..., te la farò pagare" all'imminente summit in Laos. In due mesi di lotta alla droga la polizia filippina ha 'eliminato', più o meno legalmente, oltre 2mila spacciatori

Rodrigo Duterte e Barack Obama (combo)

Rodrigo Duterte e Barack Obama (combo)

Manila, 5 settembre 2016 - Scatto d'ira del presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, che ha minacciato Barack Obama, intimandogli di non interferire negli omicidi extragiudiziari oppure "figlio di p..., te la farò pagare" all'imminente summit in Laos. "Devi portare rispetto, non solo sputare domande e dichiarazioni...Ci rotoleremo nel fango come maiali se mi farai una cosa del genere", ha aggiunto.

E' stata la dura risposta che il capo di Stato filippino ha dato a un reporter che gli chiedeva come avrebbe spiegato a Obama l'alto numero di omicidi extragiudiziali, nell'imminente faccia a faccia previsto a margine del vertice Asean in Laos, dove i due presidenti si recheranno nelle prossime ore. Duterte ha anche sottolineato di essere il leader di un Paese sovrano e di dover rispondere solo al popolo filippino. 

Giorni fa il discusso presidente delle Filippine Rodrigo Duterte aveva minacciato l'uscita del Paese dalle Nazioni Unite in risposta alle critiche dell'ONU sulle esecuzioni sommarie nei blitz della polizia contro i narcos. Gli esperti dell'Onu per i diritti umani avevano condannato i metodi delle autorità filippine, esortandole a prevenire le uccisioni indiscriminate e le esecuzioni sommarie dei sospetti trafficanti di droga.

Duterte si era difeso sostenendo che le morti non sono legate alle azioni della polizia,e  esortando le Nazioni Unite a condurre indagini più approfondite sul suo Paese. Il bilancio delle azioni della polizia però è pesante: oltre 700 spacciatori di droga uccisi da agenti, altri mille omicidi legati ai cartelli del narcotraffico. Cifre condannate ora non solo dalle associazioni per i diritti umani, ma direttamente dall'Onu, tanto da spingere il nuovo leader di Manila a minacciare di ritirare il Paese dall'organizzazione. 

Altre fonti parlano di oltre 2.000 spacciatori o trafficanti uccisi dalla polizia nei due mesi di 'lotta alla droga' lanciata da Duterte. Washington pochi giorni fa aveva espresso preoccupazione.

Duterte ha ribadito che non prenderà ordini da nessuno, men che meno gli Stati Uniti, ex potenza coloniale nelle Filippine. "Non me ne frega niente di quelli che guardano al mio comportamento". Nelle sue invettive, non ha risparmiato neanche l'opposizione interna, prona a suo dire a Washington, criticando "quelli che hanno la capacità mentale dei cani che leccano il culo agli americani".

OBAMA: VALUTO SE INCONTRARE DUTERTE - Il presidente americano Barack Obama ha detto di aver chiesto al suo staff di valutare se il previsto incontro con il capo di Stato filippino, Rodrigo Duterte, possa essere ancora "produttivo" alla luce delle sue ultime dichiarazioni.