Mercoledì 2 Ottobre 2024
ALDO BAQUIS
Esteri

La sorte degli ostaggi. L’Egitto propone il rilascio di 33 israeliani: "Sono gli unici rimasti vivi"

L’intelligence del Cairo ritiene che tra le vittime ci siano 100 rapiti da Hamas. L’esercito ebraico pronto a entrare a Rafah, martedì nuova missione americana. Morta la bimba nata col cesareo dalla mamma uccisa nella Striscia di Gaza.

La sorte degli ostaggi. L’Egitto propone il rilascio di 33 israeliani: "Sono gli unici rimasti vivi"

La sorte degli ostaggi. L’Egitto propone il rilascio di 33 israeliani: "Sono gli unici rimasti vivi"

Dopo 200 giorni di prigionia a Gaza, gli ostaggi israeliani sono ormai con l’acqua alla gola e anelano a un salvataggio in extremis da parte del loro governo. "Pensate a noi – ha implorato l’ostaggio Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, rivolgendosi a Netanyahu e ai suoi ministri in un video diffuso dall’ala militare di Hamas – siamo in un inferno". Anche se concepito con uno strumento di guerra psicologica il video di Hamas ha avuto effetto dirompente in Israele, anche perché è giunto mentre le famiglie israeliane erano riunite per celebrare la Pasqua ebraica. Ai loro tavoli imbanditi avevano lasciato un posto vuoto, in attesa del ritorno dei prigionieri. Attraverso Hersh, Hamas ha mandato a dire che 70 dei 133 ostaggi hanno ormai perso la vita e che per gli altri il tempo stringe. Secondo Haaretz, già a novembre un anziano aveva perso l’equilibrio mentale a causa delle sevizie patite da Hamas. Da allora di lui non si sono avute altre notizie.

In questa atmosfera drammatica è giunta ieri in Israele una delegazione egiziana ad alto livello per mettere a punto quella che potrebbe essere l’ultima occasione per riportare a casa ostaggi ancora in vita. In linea di massima la proposta prevede la liberazione da parte di Hamas di 20-40 ostaggi, in cambio di un cessate il fuoco in ragione di un giorno di tregua per ogni prigioniero liberato. Halil al-Haya, uno degli esponenti di Hamas all’estero, ha insistito: "A prescindere dai numeri, vogliamo una tregua permanente e lo sgombero da parte di Israele di tutta la Striscia". Ma l’Egitto e gli Usa sperano ancora di confezionare un’intesa. Anche in questo senso va vista la missione improvvisa in Israele annunciata per martedì dal segretario di Stato Antony Blinken.

Israele sta intanto accrescendo la pressione su Hamas e minaccia di lanciare una vasta operazione a Rafah. L’avvio di una operazione del genere – ha avvertito la delegazione egiziana – vanificherebbe ogni residua speranza di una intesa sugli ostaggi. Ma l’ala radicale nella coalizione di Netanyahu insiste per un ingresso massiccio a Rafah, ritenendolo necessario per "la sconfitta definitiva di Hamas". Se fosse rinviato per pressioni esterne – minaccia l’estrema destra – potrebbe nascere una crisi di governo. Intanto in territorio israeliano la tensione resta elevata. A Ramle (città a popolazione mista araba ed ebraica ad est di Tel Aviv) una ragazza ebrea è stata ferita in modo grave a coltellate da un passante arabo che è stato poi abbattuto a colpi di pistola da un civile ebreo. Al termine di un sopralluogo sul posto, il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha abbandonato la zona a tutta velocità: ma ad un incrocio vicino la sua automobile si è scontrata con un altro veicolo e si è ribaltata. Un testimone ha poi riferito che il ministro – che ha alle spalle una lunga serie di infrazioni stradali, sia da privato cittadino e poi anche da membro de governo – aveva ignorato un semaforo rosso. È stato ricoverato in ospedale in condizioni medie. Infine è morta la piccola Sabreen, una neonata palestinese venuta alla luce con un parto cesareo dopo che cinque giorni prima la madre era stata colpita mortalmente in un raid israeliano nel sud di della Striscia. La piccola è stata sepolta accanto al padre, pure rimasto ucciso in quel bombardamento.