Giovedì 25 Aprile 2024

Accordo Parigi, Ue e Cina: "Non si torna indietro". Anche il Vaticano condanna Trump

Summit a Bruxelles, salta la dichiarazione finale. Putin: "Non giudico ma Trump poteva evitare". Lui rassicura: "Avanti col dialogo sul clima". Wall Street vola. I capi di Tesla e Disney lasciano il comitato dei consulenti del Tycoon

Jean-Claude Juncker e il primo ministro cinese Li Keqiang (Ansa)

Jean-Claude Juncker e il primo ministro cinese Li Keqiang (Ansa)

Roma, 2 giugno 2017 - Non si torna indietro dall'accordo sul clima. E' questo il messaggio che viene lanciato da Unione Europea e Cina al XII summit a Bruxelles, all'indomani dell'annuncio di Donald Trump dell'uscita degli Usa dall'accordo di Parigi. Intesa firmata da oltre 190 Paesi e ratificata da 174. "Non si torna indietro dall'accordo di Parigi - ha detto il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker -. Non ci sarà nessuna marcia indietro sulla transizione energetica". "Cina e Unione europea sono d'accordo sulla necessità di soluzioni internazionali. In nessun ambito questo è più importante che nella leadership della transizione globale alle energie pulite e nell'applicazione completa dell'accordo sul clima di Parigi". 

Ma, anche se dalle due parti si rivendica la "comune responsabilità sul futuro del pianeta e delle prossime generazioni", le divergenze sulle relazioni commerciali restano consistenti e hanno impedito che si adottasse formalmente un qualsiasi documento scritto. In una breve conferenza stampa, però, i tre protagonisti del vertice hanno ribadito la volontà di rafforzare i legami, al di là di tutto.

Anche Putin ha condannato la scelta di Trump: "Non lo giudico, ma poteva evitare". Parole dure pure dal Vaticano. Da parte sua il presidente Usa si è affrettato a rassicurare: "Avanti col dialogo sul clima". Il capo dell'Agenzia per la difesa dell'ambiente (Epa) Scott Pruitt ha definito l'uscita di Trump dall'accordo "una decisione molto coraggiosa". "Ha messo l'America al primo posto, non c'è niente di cui chiedere scusa".

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CINA - La Cina, primo produttore di gas responsabili del global warming, davanti solo agli Usa, (insieme raggiungono una quota del 40% circa) ha confermato che terrà fede agli impegni presi, anche dopo il ritiro degli Usa. "Crediamo che rifletta l'ampia approvazione della comunità internazionale sulla questione dei cambiamenti climatici", ha ribadito in conferenza stampa la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying. Le parti interessate "dovrebbero custodire questo risultato conquistato a fatica", ha aggiunto rimarcando l'importanza di assicurare "misure concrete" in risposta al nodo dei cambiamenti climatici. "Manterremo i nostri impegni e la Cina è pronta a cooperare con tutti i Paesi della comunità internazionale, compresi gli Usa, per promuovere a livello globale uno sviluppo 'verde', sostenibile e a basse emissioni di carbonio", ha detto la portavoce.

MERKEL, GENTILONI E MACRON - Sulla decisione degli Usa è tornata anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, dopo la dichiarazione congiunta con Emmanuel Macron e Paolo Gentiloni. L'uscita degli Usa dagli accordi di Pargi, ha detto, "non riuscirà a fermare tutti quelli tra noi che si sentono obbligati a proteggere il pianeta". Anche Gentiloni ha ribadito l'impegno dell'italia, parlando a margine della parata del 2 giugno a Roma."C'è un accordo, quello di Parigi sul clima, che va mantenuto e noi lo manterremo. E spero che gli Stati Uniti possano rivedere la posizione che hanno preso ieri". Macron, invece, si è rivolto direttamente agli americani con un appello televisivo in inglese (una rarità per un presidente francese), in cui ha anche parafrasato lo slogan della campagna elettorale del tycoon: "Rendiamo di nuovo grande il nostro pianeta".

PUTIN - "Io adesso non vorrei giudicare il presidente Trump" per la decisione di uscire dagli accordi di Parigi sul clima, "forse" pensa che "non fossero ben ponderati", "forse pensa che non ci siano le risorse necessarie, tutto questo va studiato con attenzione", ma "secondo me poteva evitare di uscire dagli accordi perché si tratta di un'intesa di massima e difatti avrebbe potuto cambiare gli obblighi degli Stati Uniti nel quadro degli accordi di Parigi", ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin. "Però - ha aggiunto - adesso non si può fare un passo indietro, quel che è stato detto è stato detto e bisogna pensare a come vivere adesso, a cosa fare adesso, e non possiamo trascurare questo problema". "Gli Stati Uniti - ha proseguito - che io sappia hanno ratificato l'accordo, noi per il momento no, non l'abbiamo fatto perchè vogliamo aspettare che siano formulate le regole sulla divisione delle risorse ed altre cose puramente tecniche ma importanti".

TRUMP PRECISA - Dopo le reazioni europee, dalla Casa Bianca è arrivata una rassicurazione: "L'America resta impegnata sul fronte dell'alleanza transatlantica e degli sforzi per proteggere l'ambiente", è la spiegazione che il tycoon ha dato ad Angela Merkel, Emmanuel Macron, Theresa May e Justin Trudeau nei colloqui telefonici avuti dopo la decisione di ritirare gli Usa dall'accordo di Parigi sul clima. "I leader si sono detti d'accordo nel continuare il dialogo e nel rafforzare la cooperazione sulle questioni ambientali e su altri temi", si legge nella nota.

VATICANO - Sulla questione è intervenuto anche il Vaticano: "Il mondo è una 'casa comune', una dimora per tutti i membri della famiglia umana. Pertanto, nessuna persona, nazione o popolo può imporre in modo esclusivo la propria comprensione del pianeta. È per questo che Papa Francesco invita a 'rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del nostro pianeta. Perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti'". Trump ha preso una "decisione terribile" vista l'importanza dell'America, che potrebbe dare il cattivo esempio ad altre nazioni, ha sottolineato monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia accademia delle Scienze.

WALL STREET VOLA - Intanto, dopo l'annuncio di Trump e i dati sul lavoro che vedono la disoccupazione ai minimi da 16 anni ma i posti di lavoro creati a maggio meno numerosi del previsto, Wall Street prosegue la sua volata  con i tre principali indici (Dow Jones, il Nasdaq e l'indice S&P500) su livelli record.

SE NE VANNO I CAPI DI TESLA E DISNEY - La decisione di Trump ha avuto effetto anche sul suo entourage: Elon Musk, il visionario fondatore dell'azienda di auto elettriche, Tesla, e Bob Iger, Ceo della Disney, hanno deciso di lasciare il comitato degli advisor di Trump. "Il cambiamento climatico è reale. Lasciare Parigi non è un bene per l'America o per il mondo", ha twittato Musk. Identico l'annuncio di Iger, che ha aggiunto di aver preso la decisione per "una questione di principio". Trump aveva creato il gruppo di consulenti poco dopo la sua elezione, spiegando di voler ridisegnare il volto degli Stati Uniti avvalendosi della "esperienza" del settore privato.