Domenica 5 Maggio 2024

Istat, inflazione all'1%. Al top dal 2013

Stime preliminari riviste al rialzo. Alle stelle i prezzi di frutta (+7,3%) e verdura (+20,4%), incide il maltempo. Allarme Codacons: "Stangata da 300 euro annui a famiglia"

Mercato

Mercato

Roma, 22 febbraio 2017 - L'inflazione a gennaio ha raggiunto l'1%, al top da tre anni e mezzo. Lo comunica l'Istat che ha rivisto al rialzo le stime preliminari, che erano dello 0,9%. L'indice nazionale dei prezzi al consumo (Nic), al lordo dei tabacchi, ha registrato a gennaio un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell'1% nei confronti di gennaio 2016, mostrando segni di accelerazione (era +0,5% a dicembre). Per trovare un valore maggiore, spiegano dall'Istituto di statistica, bisogna tornare ad agosto del 2013, quando era stato dell'1,2%.

"Il rialzo dell'inflazione è dovuto alle componenti merceologiche i cui prezzi presentano maggiore volatilità", spiega l'Istat. Si tratta in particolare della netta accelerazione della crescita tendenziale dei beni energetici non regolamentati (+9,0%, da +2,4% del mese precedente) e degli alimentari non lavorati (+5,3%, era +1,8% a dicembre), cui si aggiunge il ridimensionamento della flessione dei prezzi degli energetici regolamentati (-2,8%, da -5,8%). Per questo motivo, l'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e alimentari freschi, rallenta, seppur di poco, portandosi a +0,5%, da +0,6% del mese precedente. Su base annua la crescita dei prezzi dei beni accelera in misura significativa (+1,2%, da +0,1% di dicembre) mentre quella dei servizi rallenta (+0,7%, da +0,9% del mese precedente). Di conseguenza, rispetto a dicembre, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni torna negativo dopo 46 mesi portandosi a meno 0,5 punti percentuali. L'inflazione acquisita per il 2017 risulta pari a +0,7%.

Triplicano in un mese gli aumenti dei prezzi del cosiddetto carrello della spesa. Per i beni alimentari, la cura della casa e della persona rincari dei prezzi dell'1,1% a gennaio su base mensile e dell'1,9% su base annua (era +0,6% a dicembre). Aumenti ancora più consistenti toccano i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto che salgono dello 0,9% in termini congiunturali e registrano una crescita su base annua del 2,2%, dall'1% del mese precedente.

Prezzi alle stelle per la verdura. L'Istat ha spiegato che il rialzo congiunturale dei prezzi degli alimentari non lavorati è principalmente dovuto agli aumenti dei prezzi dei vegetali freschi (+14,6%) e della frutta fresca (+0,9%). Ad incidere il maltempo che ha colpito il nostro Paese a gennaio. Questi aumenti, confrontandosi con le riduzioni dei prezzi registrate a gennaio 2016 (rispettivamente -2% e -1,6%), determinano, su base annua, delle accelerazioni della crescita particolarmente marcate: +20,4%, da +3% di dicembre per i vegetali freschi e +7,3%, da +4,7% del mese precedente per la frutta fresca.

CODACONS - L'aumento dell'inflazione all'1% comporterà una maggiore spesa su base annua pari a 300 euro per la famiglia tipo. Lo afferma il Codacons. "La ripresa dell'inflazione non sorprende ed era ampiamente prevista - spiega il presidente Carlo Rienzi - Nel mese di gennaio, infatti, si è verificata una ondata di rialzi dei prezzi e delle tariffe, sui quali ha pesato sia il maltempo sia l'incremento dei carburanti. In particolare nel settore alimentare si sono registrati fortissimi rincari dei listini, a causa del gelo e della neve che ha colpito nelle settimane scorse la penisola. Ma il mese di gennaio è stato caratterizzato anche dagli aumenti delle tariffe energetiche e dal caro-benzina, con effetto domino su una moltitudine di prodotti". 

REGIONE PER REGIONE - I prezzi riprendono a salire in tutta Italia. Nessuna delle grandi città è in deflazione e gli aumenti raggiungono il 2,2% a Trieste e il 2,1% a Bolzano, superando la soglia massima del 2% presa come riferimento dalla Banca Centrale Europea per le sue politiche. Il tasso di inflazione si posiziona sopra la media nazionale dell'1% in dodici capoluoghi di regione e province autonome sui 19 analizzati dall'Istat: a Trento tocca l'1,5% e a Milano, Napoli e Bari è dell'1,4%. Roma è invece in fondo alla classifica con un tasso dello 0,7%, superiore solo a quello di Bologna (0,6%). Anche tra i comuni con più di 150mila abitanti che non sono capoluoghi di regione, i prezzi sono in crescita su base annua in tutte le dieci città per cui sono calcolati gli indici generali (erano nove a dicembre): gli aumenti maggiori interessano Livorno (+1,8%, era +1,4% a dicembre) e Padova (+1,5%, da +1,2% del mese precedente). I rincari più contenuti sono a Reggio nell'Emilia e Ravenna (+0,4% per tutte e due).

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro