Brescia, 12 aprile 2017 - La carica dei cittadini d’Europa è partita da Brescia. Si chiama proprio così, 'Cittadini d’Europa', il progetto sperimentale avviato nelle scuole superiori italiane dall’Osservatorio permanente Giovani-Editori – già in prima linea per la formazione del senso civico e critico dei ragazzi con il 'Quotidiano in classe' – e Ubi Banca. "Giovani e educazione: non c’è binomio più potente per cambiare il mondo" esordisce il presidente dell’Osservatorio Andrea Ceccherini nella sede di Ubi, davanti a una platea di 500 studenti e insegnanti degli istituti di Brescia, ma anche di Bergamo, Varese, Torino, Genova, Verona. "Per essere cittadini bisogna conoscere le regole, l’Europa è un tema imprescindibile".
Qual è il senso dell’Unione? Perché bisogna crederci? A queste e altre domande, proposte dall’editorialista del Corriere Dario Di Vico e dagli studenti stessi, hanno risposto il consigliere delegato di Ubi Victor Massiah e il già vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini. "Per capire l’importanza della Ue pensate non solo al lungo periodo di pace garantito dall’eurozona ma anche a che cosa vorrebbe dire tornare indietro, ai dazi doganali e ai controlli alle frontiere – dice Frattini – La lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata sarebbe più complessa. A breve, poi, con l’abolizione del roaming, le telefonate all’estero costeranno quanto una chiamata urbana». Europa significa anche vantaggi economici: "Siamo uno dei posti al mondo dove la differenza tra ricchi e meno ricchi è inferiore – chiarisce Massiah –. Siamo mezzo miliardo di persone con un PIL di 17mila miliardi, più di Cina e Usa. L’Italia, su un debito di 2mila miliardi paga un punto e mezzo di interessi. Con la lira i punti sarebbero dieci". La Ue, ammette Frattini, sconta però la mancanza di un’unione fiscale, sociale e culturale. "Bisogna rafforzare il welfare minimo garantito, ma gli egoismi sono duri a morire. Anche integrare i sistemi scolastici è difficile, i Paesi temono di perdere l’identità". E poi c’è l’immigrazione, banco di prova scivoloso: "La politica comune su questo si è rivelata fallimentare – continua Frattini –. Si è rotto il principio di solidarietà. Se nessuno riprende i ministri che ergono muri perdiamo credibilità". Quanto alla Brexit, "i giovani non l’hanno votata e non saranno precluse le opportunità di lavoro. Certo per evitare l’effetto domino ora il negoziato con gli Stati dovrà essere duro. Niente piede in due scarpe".
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