Domenica 5 Maggio 2024

Raggi: "Le caserme agli sfrattati". Ma il governo chiude la porta

Roma, vertice sindaco-Minniti. Pronte le linee guida per gli sgomberi

Movimenti per la casa in piazza Esquilino (Ansa)

Movimenti per la casa in piazza Esquilino (Ansa)

Roma, 2 settembre 2017 - Collaborazione istituzionale Viminale-Comune di Roma per risolvere l’emergenza occupazioni «coniugando legalità e umanità», ma le proposte operative presentate da Virginia Raggi a Marco Minniti nel vertice al Viminale sono state cortesemente respinte al mittente, con la motivazione che «il ministero dell’Interno non ha nessuna competenza sull’emergenza abitativa». Ciascuno faccia quel che gli compete. «La riunione – ha detto la pentastellata Raggi – si è svolta in un clima collaborativo. Ho portato al tavolo le nostre proposte, ossia sostanzialmente di rivedere l’intero sistema che va dall’ emergenza alloggiativa all’accoglienza delle fragilità, al discorso dei rifugiati. Tutto questo va fatto in un clima di un percorso di legalità che tenga conto della tutela delle fragilità: non ci sarà alcuna corsia preferenziale per chi occupa abusivamente ma sostegno a tutti quelli che ne hanno diritto». IL SINDACO ha anche detto di aver portato due proposte: «La messa a disposizione delle caserme, quelle che hanno peraltro gli alloggi di servizio e che quindi potrebbero essere riadattate per abbassare le liste di attesa. Ricordiamo che a Roma ci sono oltre 10 mila persone che attendono una casa da oltre 10 anni. Un’altra proposta a mio avviso interessante è quella di riattivare il mercato immobiliare. A Roma abbiamo oltre 200mila case tra sfitte e invendute, questo consentirebbe da un lato di abbattere le liste di attesa e dall’altro di riattivare un settore economico in grave crisi da parecchi anni». Per motivare i proprietari a metter sul mercato le case, ha aggiunto «si potrebbero prevedere sgravi sulla Tasi e sulla Tari, oltre ad esenzioni Imu». Ma su questo punto il governo è contrario, mentre sulle caserme sarebbe disponibile ma è invece il comune di Roma ad essere inadempiente. Il 7 agosto 2014 infatti il ministro Pinotti firmò un protocollo d’intesa tra ministero della Difesa, Agenzia del Demanio e comune di Roma per la valorizzazione di sei immobili militari: caserma ‘Ulivelli’ di Via Trionfale 7400, Caserma ‘Ruffo’ di Via Tiburtina 780, caserma ‘Donato’ di Via del Trullo 533, stabilimento trasmissioni di Viale Angelico 19, direzione Magazzini Commissariato in Via del Porto Fluviale, infine Forte Boccea e area libera adiacente. Potevano cambiare destinazione d’uso. Ma dal 2015 il comune di Roma è latitante.

Se sulle proposte del comune di Roma è andato male, l’incontro ha trovato un’intesa sulle linee guida per gli sgomberi che Minniti ha preparato e che vorrebbe inviare ai prefetti già lunedì. Il breve documento – quattro pagine – è stato illustrato da Minniti alla Raggi nell’incontro al Viminale. L’obiettivo è quello di non ripetere il caos di via Curtatone dove è chiaramente mancata la condivisione dell’intervento. Per questo il ministro ha sottolineato l’importanza della collaborazione interistituzionale. Si partirà dal livello nazionale con la ‘cabina di regia’ che coinvolgerà oltre al Viminale il ministero delle Infrastrutture, l’Anci e palazzo Chigi. A livello territoriale gli sgomberi saranno decisi in sede di Comitato Metropolitano, il nuovo organismo creato dalla legge Minniti sulla sicurezza urbana, copresieduto da sindaco e prefetto. Niente evacuazioni forzate, comunque, senza avere sottomano immobili da destinare agli sgomberati, almeno per quanto riguarda le «categorie sensibili»: famiglie con minori, anziani, handicappati, donne incinta. In ogni caso le sistemazioni trovate non saranno le case popolari, se non per gli aventi diritto. All’Anci il testo non dispiace ma non vuole essere poi costretto a ristrutturare a sue spese gli edifici messi a disposizione da altri e chiede risorse apposite da parte delle Regioni che detengono la titolarità in materia. E su questo, si tratta.