Tenere la neve al fresco, d’estate, per riutilizzarla così preservata all’inizio della stagione fredda, anticipando i week-end dello sci. Cortina d’Ampezzo potrebbe presto far partire il primo progetto di ‘snowfarming’ sulle Dolomiti, mettendo da parte sotto teli geotessili, nelle piste in quota, enormi cumuli di neve risparmiati dall’inverno, per evitare lo scioglimento inevitabile non appena il sole prende a picchiare. Una pratica già utilizzata da un decennio su alcuni ghiacciai europei – in Italia sul Presena e sullo Stelvio ad esempio – per rallentarne la fusione. Una ‘toppa’ contro il riscaldamento globale criticata dalla comunità scientifica – accademici e ricercatori del settore – che l’hanno bollata come ‘greenwashing’, o ambientalismo di facciata. La neve ‘in cassaforte’ dovrebbe essere invece un aiuto all’economia sciistica.
CronacaCortina mette la neve in cassaforte. Teli termici anti-caldo dal 2025. Gli scienziati: ambientalismo di facciata