Mercoledì 8 Maggio 2024

Pd, Renzi torna segretario. "Sostegno al governo Gentiloni"

Il vincitore delle primarie: "Ora basta sparare contro il quartiere generale". Orlando: "Scissione un errore, ma preferisco Bersani a Berlusconi"

Matteo Renzi durante l'Assemblea Nazionale del Pd (Ansa)

Matteo Renzi durante l'Assemblea Nazionale del Pd (Ansa)

Roma, 7 maggio 2017 - Matteo Renzi torna alla guida del Partito democratico. L'ex premier e vincitore delle primarie è stato proclamato segretario dall'assemblea (700 i suoi delegati contro i 212 di Andrea Orlando e gli 88 di Michele Emiliano). E davanti alla platea composta da 449 donne e 551 uomini, Renzi ha preso la parola per ribadire che "oggi si rimette in gioco un'esperienza di popolo che non ha paura di ripartire e di ricominciare mettendo al centro le persone".

 "Per 5 mesi ne abbiamo viste di tutti i colori, abbiamo dato l'impressione di essere una comunità di uomini e donne capaci solo di litigare tradendo così lo straordinario messaggio che il nostro popolo ci dà - ha detto Renzi, ricordando che esattamente 5 mesi si era dimesso dalla leadership del partito -. Il Pd non può accettare di essere un luogo in cui tutti sparano contro il quartier generale sperando di avere visibilità. La gente non vuole da noi polemiche, ma proposte".

 "Visto che dobbiamo arrivare fino al 2021 insieme, fermiamoci un attimo. Diciamoci parole di verità: chi siamo oggi in questo momento? Se non siamo consapevoli del nostro ruolo, perdiamo il senso dello stare insieme. Vorrei dire grazie di cuore a Andrea Orlando e Michele Emiliano, dal profondo del cuore", ha proseguito Matteo Renzi. "Chi dice, non sono pochi, che questo congresso non è stato un congresso vero non conosce Orlando ed Emiliano. Sono quelli che sono abituati alle falsità, che hanno una relazione complicata con la parola 'verità, quelli che parlano di post verità', pensando si tratti di un post sul blog del guru - ha aggiunto -. Il Pd deve lavorare insieme sapendo che l'avversario sta dall'altra parte del campo". 

In platea è presente anche il presidente del Consiglio ed è a lui che il nuovo segretario ha assicurato il suo appoggio. "Nessuno metterà in discussione il sostegno al governo della Repubblica italiana guidato da Paolo Gentiloni. Lo diciamo da cinque mesi e lo diremo da qui alla fine della legislatura, la cui durata dipende non da noi, ma dal governo stesso e dall'attività parlamentare - ha detto ancora Renzi -. La durata della legislatura non dipende da noi ma dal governo stesso e dal lavoro Parlamentare".

E se, ha annunciato, che trascorrerà il suo primo giorno da segretario con l'ex presidente statunitense Barack Obama ("lo andrò ad accogliere a Milano"), la prima telefonata è stata per il sindaco di Castel Volturno alle prese con la consistente presenza di immigrati sul territorio comunale. "Con Minniti andremo lì a lavorare per fare di quella zona del casertano uno dei punti di ripartenza e non solo a evitare i ghetti", ha aggiunto sottolineando che il Pd ha "bisogno di ripartire dallo straordinario legame tra territorio e comunità".

"Legge elettorale? Chiedete a chi ha votato No al referendum"

Renzi non ha dimenticato i nodi spinosi della legge elettorale e della legittima difesa. "La legge elettorale è un capitolo fondamentale per la tenuta democratica del Paese ma sul quale il Pd non farà il capro espiatorio: non ci facciamo prendere in giro dagli altri partiti. Non saremo il signor Malaussene di Pennac", ha detto per poi rivolgersi direttamente a Sergio Mattarella. "Signor presidente della Repubblica, la responsabilità di questo stallo è di chi in Senato ha la maggioranza. Non saremo noi a farci inchiodare sulle responsabilità e dalle esponsabilità di una classe dirigente che aveva promesso agli italiani una cosa chiara e semplice" ovvero "che le riforme sarebbero state fatte in sei mesi. Invece non sono riusciti a fare nemmeno la legge elettorale".

 "Se avete delle proposte, tiratele fuori, noi ci stiamo e nel frattempo governiamo il Paese con il governo Gentiloni. Noi il governo del Paese lo assicuriamo, la proposta sulla legge elettorale la diano gli altri", ha aggiunto Renzi per poi ricordare che, dopo che il candidato Pd alla presidenza della Prima Commissione del Senato è stato sconfitto e la maggioranza a palazzo Madama è guidata da chi ha votato No al referendum del 4 dicembre. 

"Sulla sicurezza non scimmiottiamo la destra", ha detto poi sul tema della legittima difesa. "Nessuno di noi vuole privatizzare la forza o aumentare le armi - ha proseguito citando anche Tony Blair -. Ma la verità è che quello che non è percepito come buonsenso impaurisce. Le statistiche dicono che i reati diminuiscono ma restano statistiche se i cittadini hanno paura. Non abbiamo mai inseguito la destra. Però come la spieghi una distinzione tra giorno e notte? O accetti come valore la legittima difesa o non la spieghi. Lavoriamo per più poliziotti, abbiamo bloccato i tagli. Ma dobbiamo fare anche un lavoro diverso sulla percezione". 

Tre i temi su cui Renzi ha dichiarato di voler convogliare l'impegno del partito. "Lavoro, casa e mamme, sono queste le tre parole chiave di cui deve occuparsi il Pd di questi anni. Le riforme si fanno partendo dalle persone e con le persone - ha concluso il neo segretario -. Immagino il 2017 del Pd come un anno nel quale noi facciamo una sorta di servizio civile al paese, per i prossimi mesi scegliamo tre parole sui cui caratterizzare il Pd: lavoro, casa, mamme. Su questi tre temi ci metteremo alla prova, attraverso una organizzazione più semplice".

ORLANDO - Intervento dal palco anche per Andrea Orlando, che ha puntato il dito contro una possibile alleanza con Forza Italia. "La scissione è stato un errore drammatico, ma tra Berlusconi e Bersani continuo a preferire Bersani - ha detto -. Il Pd deve prendere il 40% ma non a tutti i costi: senza il centrosinistra il Pd è costretto all'alleanza con Berlusconi, dobbiamo provare a ricostruire il centrosinistra, è doloroso, faticoso ma non tutte le alleanze sono un male di per sè, lo sono state in un certa stagione ma grandi alleanze hanno aiutato a cambiare i paesi". Quindi ha sottolineato come "il meccanismo della rottamazione non ha funzionato". "Ora dobbiamo realizzare un effettivo rinnovamento delle classi dirigenti, in larga parte del paese abbiamo assistito alle peggiori prassi della politica: il clientelismo, il nepotismo, l'idea che il consenso si costruisca con il potere è un'idea ingenua"