Giovedì 2 Maggio 2024

Napoli, 23enne morto al Loreto Mare. "Fermo in codice rosso per 4 ore"

Il giovane doveva essere spostato in un'altra struttura per un'angiotac. La denuncia del responsabile del pronto soccorso: "Trasferito troppo tardi"

L'ingresso del Pronto Soccorso dell'ospedale ''Loreto Mare'' di Napoli (Ansa)

L'ingresso del Pronto Soccorso dell'ospedale ''Loreto Mare'' di Napoli (Ansa)

Napoli, 19 agosto 2017 - Un ragazzo di 23 anni, Antonio Scafuri, è morto all'ospedale Loreto Mare di Napoli dopo aver aspettato ore il trasferimento in un'altra struttura per un angioTac. Trasferimento che sarebbe avvenuto tardivamente. Le quattro ore di attesa potrebbero essere risultate fatali al giovane, deceduto il giorno dopo il ricovero in codice rosso. E' quanto riporta in un post su Facebook, il consigliere regionale della Campania Francesco Borrelli che diffonde la denuncia presentata dallo stesso responsabile del Pronto Soccorso del Loreto Mare Alfredo Pietroluongo. Il quale accusa: si è verificata una "inosservanza ai più elementari doveri professionali". 

"Ritardata assistenza è fatto gravissimo - scrive Borrelli - occorre fare luce su accaduto e punire severamente eventuali colpevoli". Il consigliere dei Verdi chiede al direttore dell'ospedale Loreto Mare di avviare un'indagine interna "per fare luce sulla gravissima vicenda".

Secondo quanto ricostruito da Borrelli, componente della commissione Sanità in Regione, il 23enne  è arrivato al pronto soccorso del Loreto Mare il 16 agosto scorso in gravissime condizioni dopo un incidente stradale, ed è morto il giorno seguente dopo aver atteso per 4 ore il trasferimento all'ospedale Vecchio Pellegrini. In un post Borelli spiega: "La denuncia di ritardata assistenza, firmata proprio dal responsabile del pronto soccorso Alfredo Pietroluongo, parla chiaramente di oltre quattro ore trascorse tra l'arrivo in codice rosso al Loreto Mare, la stabilizzazione del paziente e il successivo trasferimento al Vecchio Pellegrini per di più senza ambulanza rianimativa". Un fatto che il consigliere definisce "gravissimo".  Bisogna, aggiunge, "comprendere la natura di questo ritardo e verificare se lo stesso abbia compromesso ulteriormente il quadro clinico del ragazzo già complesso".