Giovedì 16 Maggio 2024

Crisi degli investimenti: in 7 anni persi oltre 109 miliardi di euro: "Siamo tornati ai livelli del 1995"

I dati della Cgia di Mestre: tra il 2007 e il 2014 cala del 30 per cento il livello degli investimenti. Ma il sistema Paese evidenzia i primi segnali di ripresa

Lavoro, edilizia, foto generica (Ansa)

Lavoro, edilizia, foto generica (Ansa)

Roma, 25 luglio 2015 - Tra il 2007 e il 2014, l'ammontare complessivo degli investimenti in Italia al netto dell'inflazione è sceso di ben 109,4 miliardi di euro, pari, in termini percentuali, a una diminuzione di 29,7 punti. Lo rileva uno studio della Cgia di Mestre che sottolinea come nessun altro indicatore economico abbia registrato una contrazione percentuale così ampia, tornando al livello di 20 anni fa. I settori che hanno subito i contraccolpi più significativi sono stati quelli relativi ai mezzi di trasporto (autoveicoli, automezzi aziendali, bus, treni, aerei, etc.), in flessione del 43,4% (-10,9 miliardi di euro), i fabbricati non residenziali (capannoni, edifici commerciali, opere pubbliche, etc.), con un calo del 38,6% (-39,1 miliardi) e le abitazioni.

I DATI - Nello specifico, l'edilizia residenziale ha fatto segnare una variazione negativa del 31,6% (-31,7 miliardi). Pesanti anche le cadute subite dal settore informatico, con una riduzione pari a -30,1 per cento (-1,9 miliardi), da quello degli impianti e dei macchinari (che non include i mezzi di trasporto, i computer/hardware e le telecomunicazioni), che ha registrato una variazione negativa del 29,3 per cento (-25,4 miliardi), e dei software, che presentano una flessione del 10,8 per cento (-2,4 miliardi). 

Diversamente, le uniche tipologie di investimenti che non hanno risentito della crisi sono state quelle riconducibili alla ricerca e allo sviluppo (+8,1%) e alle telecomunicazioni (+10,6%). Se nel primo caso l'aumento in termini assoluti è stato pari a 1,5 miliardi di euro, nel secondo caso la variazione positiva è stata di 598 milioni di euro. L'Amministrazione pubblica è il settore istituzionale che in misura superiore agli altri ha tagliato di più. Sempre nel periodo tra il 2007 e il 2014, la contrazione in termini reali degli investimenti nella Pa è stata del 30,8%. Seguono le famiglie consumatrici (-29,9%), le imprese (29,5%) e le societa' finanziarie (-23,3 per cento).

L'ANALISI - Se analizziamo quanto è successo negli ultimi decenni, spiega la Cgia, ci accorgiamo che l'ammontare complessivo degli investimenti fissi lordi dell'anno scorso (259,1 miliardi di euro) è quasi lo stesso che avevamo nel 1995 (264,3 miliardi di euro). In buona sostanza siamo ritornati allo stesso livello di 20 anni fa.  In prospettiva, però, le cose sembrano destinate a migliorare. Secondo quanto riportato nel Def 2015, quest'anno dovremmo registrare una crescita del +1,1%, nel 2016 del +2,1%, nel 2017 del +2,3%. "Gli investimenti - sottolinea Paolo Zabeo della Cgia - sono una componente rilevante del Pil. Se non miglioriamo la qualità dei prodotti, dei servizi e dei processi produttivi siamo destinati a impoverirci. Senza investimenti questo paese non ha futuro. Ricordo, altresì, che le imprese contribuiscono per oltre il 60% del totale nazionale degli investimenti. Queste ultime, pertanto, saranno chiamate a giocare un ruolo determinante. Per fare ciò, il sistema creditizio dovrà sostenere le imprese con nuova liquidità: altrimenti, con quali risorse gli imprenditori potranno rilanciare gli investimenti?"·

Nonostante le difficoltà, il sistema Paese evidenzia i primi segnali di ripresa. Sebbene le variazioni siano ancora molto contenute, dall'inizio di quest'anno quasi tutti gli indicatori sono preceduti dal segno positivo. "Un segnale che ci consente di affermare con molta probabilita' che il peggio sia ormai alle nostre spalle", dice Zabeo.

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