Giovedì 2 Maggio 2024

Comuni e Province contro il governo«Troppi tagli, rischiamo il crac»

Olivia Posani ROMA L'OPZIONE Tfr in busta paga potrebbe non essere una cattiva idea. Potrebbe far salire il Pil dello 0,1% con una crescita di 2,7 miliardi dei consumi. A preoccupare è piuttosto un altro elemento della legge di Stabilità: il rischio che le tasse aumentino di altri 16 miliardi a partire dal 2016. In una giornata di audizioni tempestata dalle critiche, il giudizio più positivo per la legge di Stabilità arriva dall'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb). «La manovra netta è espansiva sul 2015 per 5,9 miliardi, lo 0,4% del Pil», dice il presidente Giuseppe Pisauro. In serata è Pier Carlo Padoan a difendere la finanziaria in Parlamento: «Contiene misure concrete e ambiziose volte a imprimere una forte accelerazione al processo di riforma strutturale dell'economia per una nuova e sostenibile ripresa della crescita». La manovra, sottolinea Padoan, quasi a rispondere all'Istat, «è espansiva». MENTRE SI RIVOLGE alla Ue quando sottolinea: «La riduzione del debito rimane una sfida ineludibile, che possiamo vincere solo tornando a crescere». Ma dovremo pazientare. «La lunga recessione avverte Padoan non è ancora terminata. Sarà stagnazione anche nel secondo semestre di quest'anno con una contrazione del Pil dello 0,3%». Ma i dati sull'occupazione di settembre fanno ben sperare, il bonus da 80 euro farà aumentare la domanda e le imprese beneficeranno della minore Irap . Resta però confermato l'aumento della pressioen fiscale al 43,6% nel 2016. Ora «è essenziale che la manovra mantenga la sua compattezza». Un appello ad evitare le spinte concentriche per modificarla. Gli umori non sono buoni. Gli enti locali lanciano l'allarme default per le province e le città metropolitane (sono a rischio soprattutto trasporto, cultura, turismo), Maroni minaccia di chiudere gli ospedali, il presidente della Conferenza delle Regioni, Chiamparino, dice che «sarà impossibile non toccare la sanità», aprendo però ai costi standard, il presidente dell'Anci Fassino sottolinea che la manovra «non è sostenibile» (ma a sera incassa dal governo il riconoscimento dell'autonomia dei comuni su come operare i tagli di spesa), la Cgil parla di «rottura sociale mentre il governo programma il disastro», la Confcommercio sostiene che la manovra porterà 71,3 miliardi di nuove imposte. IL RISCHIO di un aumento delle tasse in effeti c'è. Anche se non di quelle proporzioni. Come spiega Pisauro, è legato alla clausola di salvaguardia che scatterà se da qui al 2016 non si riuscirà a fare i tagli previsti. La clausola prevede l'aumento dell'Iva. L'aliquota al 22% arriverebbe al 25,5 nel 2018, quella al 10% toccherebbe il 13% nel 2017. Ma il presidente di Ubs individua anche numerosi punti di forza nella manovra: gli interventi sul cuneo fiscale, gli 80 euro (che dovrebbe far aumentare le spese di 4,5 miliardi con un effetto di crescita dei consumi di 0,2 punti di Pil), gli sgravi per la decontribuzione e la riduzione Irap, le norme sul Tfr: «Tutte misure di sostegno ai consumi».