Giovedì 2 Maggio 2024

La lezione di Barbiana

Il Papa sale sul monte Giovi e prega in solitudine e in silenzio sul marmo della tomba di un prete morto giusto cinquanta anni fa. Un prete e un educatore. Ma, dice poi Francesco incontrando gli allievi del Priore e i sacerdoti della Chiesa fiorentina, prima di tutto un prete. Si comprende don Milani, è il pensiero di Bergoglio, solo se si assume la sua dimensione presbiterale come la base salda della sua pastorale e della sua attività. E la lezione che Francesco impartisce oggi da Barbiana è prima di tutto alla Chiesa, ai sacerdoti, ai cristiani: solo vivendo radicalmente il Vangelo, solo facendosi pervadere fino in fondo dall'amore per Gesù, si può esseri buoni maestri, buoni fedeli. Fino in fondo, a costo di una obbedienza ostinata, di un isolamento costoso e rischioso, ma questa è la radicalità del Vangelo.

Poi, certo, ci sono le polemiche durate cinquant'anni sugli insegnamenti di don Milani, sui suoi influssi nella successiva contestazione giovanile, sullo sfascio della scuola pubblica a colpi di sei politico, sulle ostie rosse. Ma questa è un'altra storia. Oggi a Barbiana il Papa ha volato piu alto. "Perché anche io - ha concluso - devo imparare molto da questo bravo prete".