Venerdì 17 Maggio 2024

BUFFON FA FESTA AL MAX

Luca Pasquaretta Torino GIAMPIERO Boniperti ogni volta che può ama ricordare che da queste parti vincere non è importante, ma è l'unica cosa che conta. Paradossalmente sempre, anche quando non conta nulla. La Juve ieri l'ha dimostrato. Ha giocato come se non avesse ancora vinto lo scudetto. Come se non fosse reduce da una battaglia da 120 minuti in Coppa Italia. E' finita 3-1 per i campioni d'Italia, che hanno blindato lo Stadium, rimasto immacolato anche in questo campionato. La striscia positiva si allunga. Nelle ultime 47 partite, 44 successi e 3 pareggi. Numeri pazzeschi per i ragazzi di Allegri, che per l'occasione aveva deciso di mandare in campo diversi titolarissimi. «Mi sono divertito. Non c'era modo migliore per congedarsi dallo Juventus Stadium» ha sottolineato il tecnico livornese. Nell'ordine di Pereyra (inserimento letale), David Lopez (ribattuta sul rigore generoso sbagliato da Insigne), Sturaro (pazzesca la piroetta e il sinistro) e Pepe (dal dischetto, non segnava da 3 anni e un mese) i gol che hanno deciso una sfida che serviva come il pane al Napoli, a caccia di un posto in Champions per la prossima stagione, un Napoli però apparso svogliato, sfilacciato, confuso e nervoso. La testata di Britos a Morata nei minuti di recupero è stata la fotografia di un pomeriggio da dimenticare per la squadra di Benitez (ai titoli di coda la sua esperienza sotto il Vesuvio). Farà discutere la sostituzione di Higuain, rimasto negli spogliatoi all'intervallo. Anche per il «Pipita» il futuro resta un giallo. Bello, bellissimo il party, andato in scena in una cornice con innumerevoli sfaccettature. Giro di campo con la «decima» Coppa Italia prima dell'inizio. Colorata e spettacolare la coreografia dello Stadium. Bandierine tricolore, entusiasmo. Struggente poi il ricordo della tragedia dell'Heysel: da brividi quel «+39 rispetto» che campeggiava in curva sud. Tanto per non dimenticare. Al triplice fischio ancora festa. Consegna della coppa dello scudetto, la quarta consecutiva, alzata al cielo da Buffon con tanto di sfilata di tutti i giocatori che hanno raccolto l'applauso di tutto lo stadio, prima di fiondarsi a cena e poi per la festa abbastanza sobria in una discoteca di Torino. Allegri ha concesso 3 giorni di riposo, meritati, ai suoi ragazzi. E adesso sotto con la finale di Champions, l'ultimo passo verso la leggenda.