Domenica 5 Maggio 2024

Bruxelles rimanda l'Italia a ottobre «Basta annunci, fate le riforme»

Achille Perego MILANO RISPETTO dei patti e riforme strutturali ma anche una spinta agli investimenti «via maestra per la crescita». Perché un’Europa che non rischia la terza recessione grazie alle misure della Bce ma stenta a ripartire (l’aumento del Pil nel 2014, avverte il vice-Draghi, Vitor Constancio, sarà inferiore all’1%) ha l’urgenza di cambiare passo. Così il vertice europeo a Milano (prima l’Eurogruppo e ieri l’Ecofin, i ministri economici dei Ventotto riuniti sotto la presidenza italiana di Pier Carlo Padoan) sembra avere fatte proprie l’agenda di Mario Draghi e le nostre istanze. Commissione Ue e Bei (la Banca europea degli investimenti) studieranno suggerimenti concreti da tradurre in tempi rapidi in misure per facilitare gli investimenti, non solo quelli privati ma anche pubblici ricorrendo a nuovi strumenti, oltre quelli bancari, come i minibond. GLI INVESTIMENTI però — con la conferma del piano triennale da 300 miliardi annunciato dal nuovo presidente della Commissione Juncker — non possono prescindere da un’accelerazione anche delle riforme: lavoro, burocrazia, giustizia civile. E quelle di Renzi, riconosce il commissario Jyrki Katainen, il cosiddetto falco finlandese, vicepresidente in pectore della nuova Commissione, «sono molto ambiziose». Le riforme, però, avverte Katainen, protagonista venerdì di una polemica a distanza con Renzi, non vanno solo annunciate ma attuate. «Noi collaboriamo e sosteniamo l’azione del Governo italiano», spiega dopo il proficuo bilaterale proprio con Padoan. Il verdetto sull’Italia non è stato emesso: la valutazione sarà in ottobre quando prenderà forma la Legge di stabilità e dovrebbe essere consegnato a Bruxelles anche il calendario delle riforme per le quali, sottolinea Padoan, non c’è scadenza ma ci giochiamo la nostra credibilità. Perché, è sempre Katainen a metterci in guardia, «se un medico prescrive un farmaco e le medicine vengono comprate ma non prese, non serve a molto». «C’È UN CLIMA diverso in Europa, la crescita è la priorità di tutti», dice con soddisfazione al termine dell’Ecofin il nostro ministro dell’Economia. Il conflitto rigore-crescita non c’è stato. E anche la Germania sarebbe d’accordo sugli investimenti. «Oggi è stato fatto un passo molto concreto in avanti lungo la strategia posta dall’Italia all’attenzione dell’Ue». Ma anche l’Italia (oltre alla Francia che, dice il ministro tedesco Schaeuble, «si trova in una situazione non semplice») resta sorvegliata speciale. Non ci sono «nuovi impegni scritti» ma solo quelli del Patto di stabilità, ricorda il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem. E i nuovi controlli sulle riforme «sono utili», riconosce Padoan anticipando che la Legge di stabilità favorirà la competitività e proseguirà il taglio delle tasse. Sapendo, è l’avvertimento di Schaeuble, che ogni Paese deve «fare da sé». E sapendo che, chiosa il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, per ora l’Italia «rimane con i suoi problemi».