Venerdì 17 Maggio 2024

Non un cinghiale ma un colpo di fucile ha ucciso l'agricoltore nel Frusinate

Svolta nelle indagini che ora procedono per omicidio. Lav ed Enpa in campo perché non si continuino ad alimentare campagne di odio contro gli animali selvatici

Una famiglia di cinghiali

Una famiglia di cinghiali

Frosinone, 10 settembre 2015  - Un solo colpo di arma da fuoco che ha reciso l'arteria femorale provocando la morte quasi immediata di Luciano Bondatti, l'agricoltore di 62 anni trovato questa mattina in un bosco di Ferentino. E' scemata del tutto la prima ipotesi investigativa, quella che il pensionato potesse essere rimasto vittima di un'aggressione da parte di un cinghiale. L'animale, secondo quanto ricostruito dai carabinieri del comando provinciale di Frosinone, potrebbe essere sopraggiunto in un secondo momento.

La morte come confermato dal medico legale è arrivata a seguito di una fucilata all'altezza degli arti inferiori. Probabilmente un pallettone sparato a distanza ravvicinata ha reciso l'arteria femorale. Sull'autore del gesto e su eventuali complici al momento gli inquirenti non lasciano trapelerare nulla. La svolta nella ricostruzione del tragico episodio è arrivata nel tardo pomeriggio, quando si sono concluse le operazioni peritali da parte del medico legale. Il cadavere di Luciano Bondatti era stato rinvenuto nella tarda mattinata in una località boschiva di Frentino .

"La notizia secondo la quale un cacciatore sarebbe morto perché attaccato da un cinghiale in provincia di Frosinone, era stata subito presa a pretesto dall’ANCI (l’Associazione dei Comuni Italiani) per gettare ancora benzina sul fuoco della presunta pericolosità degli animali selvatici e dei cinghiali in particolare", riferisce una nota della Lav. "Peccato però che poco dopo che l’ANCI (a firma del Sindaco di Siena, Valentini, e del Sindaco di Pavia, De Paoli) lanciava il suo attacco contro i cinghiali con tanto di richiesta di incontro al Governo, veniva chiarito che il cacciatore era morto a causa di un proiettile di fucile da caccia.  “Lo scivolone dell’ANCI è emblematico del clima di terrorismo che alcune istituzioni stanno creando attorno alla questione dei cinghiali ed ai presunti danni da questi provocati – commenta Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici della LAV – non è accettabile che decine di migliaia di animali siano massacrati per motivi inesistenti, quale l’ipotetica uccisione del cacciatore. La gestione delle popolazioni di animali selvatici è una cosa seria che non può essere lasciata nelle mani dei cacciatori e dei loro supporter. Il Ministero dell’Ambiente ascolti non solo l’emotività dei Sindaci, ma anche le Associazioni animaliste”.

Da parte sua l'Ente Nazionale Protezione Animali chiede sia fatta la massima e tempestiva chiarezza.  Se la cuasa della morte fosse confermata in un colpo di fucile ci troveremmo in presenza di un gravissimo atto di bracconaggio poiché il calendario venatorio del Lazio 2015-2016 prevede la caccia al cinghiale dal 1° novembre 2015 al 1° gennaio 2016, salvo facoltà delle Province di anticiparne l'esercizio a partire dal 1° ottobre.

«Ancora una volta occorre approfondire circostanze e cause, per non alimentare pretese emergenze – commenta l'Enpa – d'altro canto, la nostra associazione è da sempre impegnata in tal senso. Su questa materia, abbiamo già presentato alle Regioni le nostre proposte chiare e razionali per affrontare in maniera realmente efficace i problemi laddove si presentino. Gli animali di per sé non hanno colpe». Per contatti con la nostra redazione: [email protected]