Lunedì 29 Aprile 2024

"Non nel mio piatto": nei cinema italiani Ciwf porta la verità sugli allevamenti intensivi

Uno spot sarà proiettato dal 21 gennaio al 3 febbraio in 400 sale di 50 città. L'intento è di mostrare a circa 800mila spettatori le vere condizioni in cui gli animali vengono custoditi nella stragrande maggioranza delle aziende intensive

Maiali di un allevamento in una foto CIWF

Maiali di un allevamento in una foto CIWF

Roma, 20 gennaio 2016 - CIWF Italia lancia la campagna “Non nel mio piatto”  e porta per la prima volta nei cinema italiani la verità che i consumatori non potranno mai vedere nelle pubblicità e sulle etichette dei prodotti di origine animale. Con uno spot che sarà proiettato dal 21 gennaio al 3 febbraio in 400 sale di 50 città, CIWF mostra a 800mila  spettatori le vere condizioni in cui gli animali vengono allevati nella stragrande maggioranza degli allevamenti italiani: un invito ai consumatori ad aprire gli occhi sulla verità e acquistare consapevolmente. Lo spot sarà distribuito grazie ad un crowdfunding di successo che ha coinvolto oltre 500 sostenitori dell’associazione.  E' quanto riferisce una nota di CIWF. 

Il video-spot di CIWF Italia, (ideato e realizzato grazie alla collaborazione a titolo gratuito tra Daniela Fabrizi, Copywriter free-lance con base a Roma, Nino Florenzano - Direttore creativo della milanese Maverick Adv e la milanese WinterVideo ), denuncia, con immagini provenienti da video-inchieste di CIWF condotte in Italia, la propaganda fuorviante con cui spesso vengono pubblicizzati i prodotti di origine animale, spacciati per “naturali” e genuini e rappresentati spesso da immagini di animali felici sui pascoli. Tranne rare eccezioni, però, la verità sugli alimenti che ogni giorno portiamo nei nostri piatti è ben altra: negli allevamenti intensivi italiani gli animali soffrono, costantemente privati della possibilità di soddisfare le proprie esigenze comportamentali e naturali, costretti in spazi chiusi e angusti, senza potere mai sperimentare la libertà di una vita all’aria aperta.E purtroppo, sotto questo punto di vista, i prodotti italiani non sono affatto migliori di quelli di altri Paesi. Così l'accusa dell'organizzazione nota per le investigazioni sotto copertura negli allevamenti e nei macelli.

Perché, spiega CIWF "Un allevamento intensivo non può essere sostenibile". La strategia di comunicazione  dell’industria della carne è ben costruita, con un ampio uso di immagini fuorvianti e di rassicurazioni che il sistema produttivo italiano non nuoce all’ambiente e rispetta il benessere degli animali. Inoltre, come accaduto in più occasioni, “esperti” di cui i consumatori dovrebbero potersi fidare dichiarano che addirittura gli allevamenti intensivi non esistono e testimonial che si autodefiniscono “eco” prestano la loro autorevolezza a sostegno di progetti dell’industria, continua la nota dell'organizzazione. "Ma l’allevamento intensivo non può intrinsecamente essere sostenibile, perché spreca risorse, danneggia l’ambiente e la salute e crea ingiustizie sociali". 

Asserire che gli allevamenti intensivi sono sostenibili a livello ambientale e sicuri per la salute è difficile quando gli impatti sono così importanti e diversificati: dall’uso massiccio di antibiotici, alla produzione insostenibile di liquami che inquinano le acque, dal consumo di suolo alla produzione di gas serra. Inoltre un filo inquietante collega la deforestazione in Amazzonia e il land grabbing in Argentina con i prodotti che la propaganda del business agroalimentare spaccia per sostenibili: l’agricoltura intensiva, che praticata in quei paesi per esportare mangimi e necessaria per nutrire anche centinaia di milioni di animali italiani con cereali, rappresenta anche uno spreco di cibo insostenibile, perché quegli stessi cereali potrebbero essere utilizzati per nutrire le persone, si legge ancora nel comunicato.

I consumatori sono gli attori del possibile cambiamento. A coloro che sono stanchi di essere presi in giro da una propaganda  forte solo della visibilità che si compra, CIWF Italia Onlus chiede di unirsi nella battaglia per un cibo più giusto, per l’ambiente, per la salute, per gli animali e in termini di giustizia sociale. Quando sono al supermercato o presso negozi specializzati, i consumatori possono chiedere prodotti provenienti da allevamenti più rispettosi del benessere animale, come quelli all’aperto o biologici. Inoltre, il consumo di carne può essere ridotto diminuendo gli impatti su ambiente e salute. Queste sono le armi più potenti che i consumatori hanno per difendersi dalle informazioni ingannevoli e contribuire a creare le condizioni per un cibo sostenibile, per tutti, riporta la nota di CIWF.  

Dichiara Annamaria Pisapia direttrice di CIWF Italia Onlus: “Siamo fieri di portare nei cinema il nostro spot-verità,  realizzato grazie alla generosità dei nostri sostenitori, cittadini italiani a cui, come a noi, stanno a cuore le condizioni degli animali negli allevamenti del nostro paese, dove il benessere animale è nella maggior parte dei casi il grande assente". "Un’assenza che l’industria che produce carne, latte e uova cerca di nascondere in tutti i modi con programmi di comunicazione pieni di informazioni ingannevoli che confondono i consumatori. Eppure il benessere animale dovrebbe essere considerato una componente basilare del cibo di qualità, quale quello italiano aspira a essere. Con la nostra iniziativa vogliamo compiere un primo importante passo verso quella trasparenza e corretta informazione che rappresentano i primi fondamentali passi verso il cambiamento”, conclude Pisapia. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]