Mercoledì 24 Aprile 2024

Australia, polizia potrà entrare su chat dei cittadini senza l'ok del giudice

In Australia è stata approvata una legge che consente alla polizia, senza autorizzazione del giudice, di accedere a tutti i dati personali dei cittadini, comprese le mail e le chat criptate

Foto: BrianAJackson / iStock

Foto: BrianAJackson / iStock

Una svolta a dir poco rilevante in Australia, dove il Parlamento ha approvato una legge che impone alla compagnie telefoniche e tecnologiche di operare a stretto contatto con la polizia, fornendo un accesso a 360 gradi ai dati degli utenti, senza l’autorizzazione da parte delle autorità giudiziarie. Alla base di questa norma c’è una questione di sicurezza.

ACCESSO A OGNI DATO. ANCHE CRIPTATO Il decreto del Governo australiano è stato recentemente approvato dal Parlamento, che ha quindi attribuito valore di legge a una norma che darà il via a un enorme cambiamento dal punto di vista del rapporto tra privacy e sicurezza. D’ora in poi, in Australia dovrà esserci una stretta collaborazione tra le compagnie telefoniche (e le multinazionali tecnologiche) e la polizia, che per motivi di sicurezza avrà l’autorizzazione di accedere a tutti i dati personali e riservati degli utenti presenti online.

In particolare, le agenzie di sicurezza potranno consultare le mail e le chat delle più famose piattaforme di messaggistica, come per esempio Whatsapp. Tra quest’ultima e lo stato australiano, inoltre, è già cominciata una gara a braccio di ferro, dato che l’applicazione del gruppo Facebook Inc. si sta mostrando restia a consegnare al Governo le chiavi di accesso alle sue chat criptate.

SENZA L’AUTORIZZAZIONE DI UN GIUDICE L’aspetto della legge che sta facendo maggiormente discutere è il seguente: la polizia investigativa potrà mettere le mani sui dati personali anche senza una previa autorizzazione da parte di un’autorità giudiziaria. Insomma, sarà sufficiente il sospetto che il cittadino sia colpevole di un crimine che potrebbe ledere la sicurezza nazionale.

PRIVACY A RISCHIO? Il Governo ha annunciato che si tratta di una norma per combattere il terrorismo e i crimini organizzati in rete. L’opposizione, però, si è detta contraria perché la privacy delle persone, a causa di questa legge, potrebbe essere in serio pericolo. Anche i laburisti, che hanno votato “sì” in Parlamento solo per proteggere i cittadini in vista del periodo natalizio (così hanno dichiarato), hanno apertamente espresso i loro dubbi legati agli effetti della norma sulla riservatezza degli utenti.

Secondo alcuni esperti di sicurezza informatica, la legge recentemente approvata creerà un “global weak point” (un punto debole su scala globale) per le compagnie come Apple o Facebook. Anche per questo motivo, gli effetti non si limiterebbero all’Australia. Potrebbe essere sufficiente, infatti, cliccare su un sito web australiano per rendere i nostri dati accessibili. Non è esclusa, infatti, una risposta da parte dell’Unione Europea, che nel maggio 2018 ha emanato il nuovo regolamento in materia di privacy e dati personali (GDPR).