Lunedì 29 Aprile 2024

Zenga: Ferrero mi mostrava i messaggi dei tifosi che non mi volevano

L'ex allenatore della Sampdoria racconta i mesi sotto la Lanterna: "poco feeling ma rifarei la scelta"

Walter Zenga dice la sua (Ansa)

Walter Zenga dice la sua (Ansa)

Torino, 1 dicembre 2015 -  Walter Zenga racconta la sua difficile storia con la Sampdoria. "Quando si inizia un cammino e si ha solo un anno di contratto, si sa che le cose possono non andare bene. Fin dal primo giorno, e sottolineo fin dal primo giorno, non c'era feeling al cento per cento alla Samp".

L'ex portietere, che Gianni Brera chiamava Deltaplano a Radio Sportiva ha esaminato il suo cammino da mister blucerchiato. "Se rifarei la scelta? Assolutamente sì. Ho giocato due anni nella Samp, è un posto bello, di tifosi veri che amano la squadra ma evidentemente sono rimasto a dieci anni fa".

E ancora. "Quanto ha influito l'eliminazione in Europa League patita per mano del Vojvodina? Se analizziamo solo la partita ed il risultato, tanto. Se pensiamo che abbiamo giocato il 30 di luglio e pensiamo che Zukanovic, Muriel e Soriano sono arrivati il 15 non è una preparazione. Fernando il 12 e non giocava una partita da tempo, Eder idem. Poi abbiamo avuto problemi gastrointestinali per giocatori. Il presidente mi faceva vedere i messaggi dei tifosi che gli dicevano che non mi volevano.. E' stata una partenza in salita".

Walter ora allena all'Al Shaab. "Vivo a Dubai con la famiglia, coi miei piccoli che hanno iniziato la scuola qui. Questo club è ultimo in classifica, ieri abbiamo perso 3-1 ma non si possono scegliere solo le cose più facili e belle. Servono anche degli impegni più tosti.Le mie esperienze in Italia? A Catania, è andata benissimo. Un anno e mezzo dove è andata bene, la cavolata l'ho fatta io ad andare via. Andai io, dopo la vittoria con la Sampdoria, 'non me la sento più, facciamo giocare i giovani. A Palermo, con la media punti dell'anno prima, abbiamo finito con Zamparini ed ora è successo lo stesso con la Sampdoria. Però ho fatto quel che mi è stato chiesto: parte sinistra, capocannoniere, giovani lanciati come Pedro Pereira, Ivan, Correa... Avrei anche lanciato Bonazzoli, ma mi sono ritrovato una squadra arrivata ottava e mi è stato chiesto di fare un punto in più. Magari non ci arrivavo".

Zenga e Ferrero. "Non è vero che Ferrero non capisce nulla. Io dico le mie ragioni, lui ha preso una decisione ma mi dà fastidio che anche oggi si parli della preparazione. Non si può tirare in ballo la professionalità delle persone, andando alla cieca. Devono chiamare il professor Bartali che lavora con la Samp, fargli delle domande e noi abbiamo i dati della preparazione. Se vogliamo parlare di Zenga che non piaceva alla gente, benissimo. Ma andare dentro, nei dettagli, di una professionalità, non ha senso nè logica".

Su Cassano: "Perché tutti ne parlano come se fosse un demone? Si è allenato bene, sempre. Io lo vedevo in allenamento e magari non lo ritenevo pronto per giocare delle gare di fila. Il fatto stesso che mi abbia espresso il suo disappunto su come stava, forse dice che avevo ragione. E' uno che può fare la differenza, con Montella la farà".