di Paolo Franci
La morsa del Covid sul nostro Paese, ma anche sul pallone. La storiaccia di Juve-Napoli, eppoi il derby di Milano in cui si fa la conta di chi non ci sarà e quella parola: ‘positivo’, che nell’incubo del contagio ribalta il suo significato riempiendosi di paura. Il maledetto Covid ha toccato l’azzurro dell’Under 21, ha messo a rischio qualche convocato di Mancini e tutt’attorno a questa Nazionale continua ad assediare i ritiri dei club (notizia di ieri i due contagi nel Brescia, saliti a 5 nel Monza). Se la curva del contagio continuerà a portarci fuori strada, la Figc con gli scienziati di via Allegri e del Cts, vedrete, sarà costretta a fare qualche modifica al protocollo, già particolarmente efficace però – sempre che i club lo applichino come si deve – al punto che proprio l’Ats di Milano, l’agenzia di tutela della salute della città, ha confermato: "se i club rispettano le regole – riferendosi al protocollo federale – non ci opponiamo alla disputa del derby, in linea con la normativa vigente e le circolari ministeriali".
Da questo – da tutto questo – stasera vorremmo evadere per un paio d’ore salendo sulla giostra del Mancio. Sì perchè Polonia-Italia non è solo una partita importante per la Nations League e per il ranking che varrà oro ai sorteggi del Mondiale, ma anche un momento di evasione dal filo spinato della paura. D’altra parte, Mancini è un ottimista che spinge forte verso l’ottimismo. E’ lui a ripeterlo: "Senza, non si va da nessuna parte". E’ il suo mantra sovrapponibile ad ogni situazione, Covid compreso. Il che non vuol dire essere superficiali. Lui, il ct, le cose è abituato ad affrontarle con rispetto e attenzione, ma anche con l’idea di poter vincere, sempre, la partita. Qualunque essa sia.
Mancini, quando l’Italia ha riaperto gli stadi a mille spettatori, ha indicato proprio la linea della Polonia sul numero di tifosi da ammettere sugli spalti. Però poi, le cose sono cambiate e l’aggressività del Covid è tornata a fare paura al mondo e anche ai polacchi. Allo stadio di Danzica ci saranno comunque i circa 10mila tifosi annunciati – ieri sera i biglietti venduti erano 8mila – anche se da ieri, l’intera Polonia è considerata zona gialla, l’uso delle mascherine è obbligatorio come da noi e l’accesso allo stadio sarà disciplinato da protocolli molto stretti e dalle nuove restrizioni decide dal governo. Ieri, quando a Mancini hanno riferito di non essere in sintonia con il marcia indietro del presidente federale Gravina sulla questione stadi, lui ha risposto senza arretrare: "Non mi pare sia una cosa così importante. Io ho espresso la mia idea e finché viviamo in una democrazia, sperando che questa non finisca mai, possiamo avere idee diverse ma l’importante è che ci sia il rispetto".
Eppoi c’è la partita e quelle due ore di scoppiettante evasione. Sperando che l’Italia del Mancio riempia occhi e cuori come ha fatto in Olanda o contro la piccola Moldavia. Giusto avere dubbi, come quelli che ha il ct sulla formazione. Il tridente immaginato è Chiesa-Immobile-Kean, però Mancini, come fa sempre, si prenderà la notte per riflettere e la mattinata per capire se c’è posto per il Gallo Belotti, che comunque non parte favorito e probabilmente sarà titolare mercoledì a Bergamo. Là dietro, solo se Chiellini non sarà al top ci sarà posto per Acerbi.