Lunedì 29 Aprile 2024

Quando il mercato è affare di casa

Mamma Veronique fa saltare il passaggio di Rabiot allo United. Da Icardi a Zidane, i contratti scelti in famiglia

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di Mattia Todisco

L’epoca è quella del calciatore azienda, un’impresa individuale che si muove col pallone al piede. C’è chi “esternalizza“ per curare i propri interessi, affidandosi a una schiera di procuratori talmente folta da lasciare l’imbarazzo della scelta. Per contro qualcuno opta per la conduzione familiare. Mogli, mamme, papà, fratelli, sorelle. A volte i piccoli di casa, per i dettagli più di colore: vedi Benitez che dirigeva l’Inter da bordo campo con la divisa sociale e sotto i calzini con i cartoni animati. "Me lo ha chiesto mia figlia", ammise.

L’influenza dei congiunti è un fattore. La carriera di un calciatore d’élite dura poco e frutta parecchio. Particolarmente da quando i parametri zero sono diventati una percentuale importante dei trasferimenti. I cartellini costano meno, gli ingaggi di più. Tre anni fa la Juve fiutò “l’affare“: Adrien Rabiot, svincolato dal Paris Saint-Germain. Stretta di mano da 7 milioni a stagione con mamma Veronique, genitore e agente del ragazzo. La stessa che in questi giorni ha condotto la trattativa con il Manchester United dopo che i Red Devils avevano raggiunto un accordo con i bianconeri. Soldi che le casse della Signora non vedranno, per via delle “scandalose“ (da definizione dei media inglesi) richieste della signora: a quanto filtra, una decina di milioni di ingaggio annui e altrettanti di commissione. Alla fine a tirarsi indietro sono stati i britannici, che pure spendono e spandono da anni anche per modesti pedatori.

In tema di agenti in famiglia, deve passare da Wanda Nara chi vuole garantirsi i gol del marito, Mauro Icardi. Un giorno, di punto in bianco, l’argentino decise di lasciare il suo storico agente Abian Morano: lo seguiva da quando era un canterano nel Barcellona. Oggi è un bomber in naftalina, a cui l’addio all’Inter per incompatibilità tra l’esuberanza verbale della moglie e il corso dirigenziale imposto da Beppe Marotta non ha portato grande fortuna. Soldi sì, ma al PSG è la norma. Tecnicamente, invece, dell’argentino si sono perse le tracce alle spalle non solo dei Messi e Mbappé, ma anche dei Choupo-Mouting o Sanabria passati per la capitale.

Spesso hanno avuto un peso nelle scelte dei calciatori anche personaggi meno in vista della Nara e ugualmente fondamentali. "Deciderò con la mia famiglia", è un mantra inflazionato quasi quanto "Gioco dove vuole il mister", ma è anche l’ovvia ricerca di una serenità nel focolare domestico. Anni fa si fantasticò molto su quanto Veronique Zidane fosse contenta di trasferirsi da Torino a Madrid. Più di recente, è stata raccontata dal diretto interessato come una scelta di vita familiare il trasloco verso il Canada di Lorenzo Insigne, che si è portato dietro sposa e figli. Undici milioni e mezzo l’anno sono un bell’incentivo. C’è anche chi sceglie la soluzione di mezzo: gli Eto’o. Lui accettò di andare in Russia all’Anzhi per un contratto faraonico, la moglie rimase a Milano. Va bene la carriera del congiunto, ma Makhachkala non è proprio il centro del mondo.