Lunedì 29 Aprile 2024

Qatar, vince sempre la Fifa

Paolo Grilli

Cartoline in chiaroscuro dal Qatar. Con la battaglia per l’uguaglianza sempre sullo sfondo: la partita non in programma, ma che racchiude tutte le altre. La Fifa prima gioca in difesa: la Danimarca non potrà indossare le magliette da allenamento con l’ecumenico messaggio “Diritti umani per tutti“. Era prevedibile, dopo che il presidente Gianni Infantino aveva invitato i giocatori delle trentadue federazioni rappresentate al Mondiale a "concentrarsi solo sul calcio" evitando di trascinarlo "in ogni battaglia ideologica o politica".

Si comprendono le difficoltà dei vertici del pallone nel dover riverire chi ospita la massima manifestazione dopo investimenti miliardari. Ma nemmeno si può pretendere che i calciatori, divi social vivisezionati in ogni loro mossa da frotte di telecamere, possano vestire i panni improbabili di eroi privi di favella. Lo sport è origine e veicolo di cambiamento sociale, garanzia di inclusione.

Il contropiede giusto, la Fifa, se lo procura sul fronte dei tifosi. Israeliani e palestinesi voleranno infatti insieme per assistere alla Coppa del Mondo. Dopo lunghe trattative con il paese organizzatore, è stato tolto il blocco politico all’ingresso dei primi, e i palestinesi potranno partire da Tel Aviv. Potere del pallone. Rotondo come il mondo e senza confini.