Il Mondiale come una sentenza. Di assoluzione, se le aspettative sono state rispettate: o di colpevolezza, se il risultato ha gettato un paese nella delusione.
Si allunga la lista dei ct dimissionari. Quelli che, oggettivamente o meno, non hanno raggiunto i risultati voluti. Ieri ha rinunciato all’incarico Paulo Bento, portoghese che pure alla guida della Corea del Sud aveva fatto il suo, in Qatar. Ma l’ultima impressione è quella che di solito resta, e il ko-choc col Brasile ha di fatto rovinato quanto di buono fatto dalla nazionale asiatica, che era tornata agli ottavi dopo venti anni. "Ora devo riflettere sul futuro – ha detto Bento –. Ho già informato i dirigenti e i giocatori. Avevo deciso fin da settembre che me ne sarei andato comunque fosse andata qui. Comunque sono fiero di aver allenato questi ragazzi". Il tecnico nega, insomma, che l’uscita di scena abbia condizionato la sua scelta. Ma le sue parole confermano che la guida di una nazionale logora, eccome. Tanto che un allenatore, già prima del Mondiale, si regala un sollievo pensando che a questo seguirà un periodo di vacanza.
Bento segue, nel novero dei ct dimissionari, Martino del Messico, Martinez del Belgio e Addo del Ghana. Rimane in sella – leggasi panchina – Flick, nonostante l’eliminazione ai gironi della sua Germania, così come Luis Enrique ("Voglio andare a casa, la prossima settimana parleremo di ciò che sarà", le sue parole) fuori ieri agli ottavi. Ma a breve potrebbero arrivare altre scelte da parte loro. I tedeschi però salutano Oliver Bierhoff, a.d. di una Federazione che ultimamente ha conosciuto solo delusioni con la nazionale maggiore. "In questo momento, sia a me che al mio staff tecnico – le considerazioni di Flick – risulta difficile immaginare come si possa colmare il vuoto lasciato da Bierhoff. Avevamo un grande obiettivo comune: gli Europei del 2024 in casa". Anche Flick, quindi, potrebbe lasciare da ct. E al suo posto potrebbe arrivare Mathias Sammer.