Giovedì 25 Aprile 2024

Moioli e Goggia, un sorriso a tinte tricolori

Giornata speciale per le due amiche portabandiera: Michela vince l’argento a squadre con Visintin nello snowboard, Sofia torna sugli sci

di Leo Turrini

Sorpasso. L’Italia della neve e del ghiaccio ha fatto meglio di quattro anni fa. In Corea la spedizione del CONI raccolse dieci medaglie. A Pechino siamo già a quota undici e francamente non era scontato. Nella storia dei Giochi Invernali, soltanto in quattro occasioni il bilancio è stato più consistente.

Argento. Ieri è arrivato un secondo posto nella prova mista di snowboard. Un risultato che avrebbe potuto essere ancora più eclatante se di mezzo non ci fosse stata una coppia americana. E la tavola sulla neve una sorta di rito pagano, per i giovani statunitensi.

Anche per questo, l’argento di Omar Visintin e Michela Moioli (foto grande) merita una sottolineatura. L’azzurro è stato di parola: dopo la piazza d’onore nell’individuale maschile aveva promesso di mettersi al servizio della compagna di squadra. La Moioli, portabandiera in occasione della cerimonia inaugurale, aveva concluso tra le lacrime la sua sfortunata partecipazione alla gara femminile, nella quale doveva difendere l’oro olimpico 2018. Fra errori e cadute, Michela aveva visto svanire un obiettivo che era tranquillamente alla sua portata.

"Ci siamo caricati a vicenda – ha raccontato il meranese Visintin –. La sua voglia di rivincita si è sommata alla mia serenità, essere già salito sul podio mi ha tolto ogni ansia".

Sofia. Intanto, notizie incoraggianti sono arrivate dal pendio che il 15 febbraio ospiterà la discesa femminile.

Sofia Goggia (foto sopra) ha partecipato alla prima prova cronometrata e alla fine del test si è concessa una cauta soddisfazione, ma dagli ambienti azzurri trapela che la reazione del fisico della campionessa bergamasca allo sforzo sarebbe stata positiva.

Naturalmente, tutto è ancora appeso al filo di una speranza che si scontra con la logica. Però Sofia ci sta provando sul serio, a confezionare quello che sarebbe l’ennesimo miracolo di una carriera prodigiosa.