Lunedì 29 Aprile 2024

L’Inter oltre i guai, ma Skriniar è un problema

Battuta l’Atalanta, il gruppo di Inzaghi centra la semifinale. Lo slovacco è rimasto a Milano, il Psg non ha alzato l’offerta: partirà a giugno

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di Mattia Todisco

La prima semifinalista di Coppa Italia è l’Inter, che prosegue il cammino eliminando l’Atalanta con l’1-0 targato Darmian. Aspetterà Juventus-Lazio per conoscere l’avversaria del doppio confronto che qualificherà all’atto conclusivo. L’incontro spezza il rincorrersi di giorni passati a parlare di Skriniar e mercato, il campo relegato ad appendice del gioco stesso, la partita un corollario che è cornice e non quadro.

"Calciatori e società: l’Inter si rispetta e si ama", il monito della Curva Nord immortalato in uno striscione arrotolato giusto dopo il fischio d’inizio, a sentenziare che ora si pensa al calcio e le chiacchiere stanno fuori. D’altronde, sentenzia Marotta, "non si possono più immaginare le bandiere nei club, certamente non è quello che gradiamo noi e i tifosi, ma Skriniar ha fatto una scelta che rientra nei suoi diritti e noi abbiamo il dovere di rispettarla".

Come la Coppa Italia, che l’Inter ha onorato una stagione fa vincendola. Contro l’Atalanta dello spauracchio Gasperini, brevemente adocchiato alle latitudini milanesi, è una partita che si avvia con più possesso che squilli. Si vede tecnica, buone trame, ma c’è poi da arrivare al dunque e nessuno lo fa nei primi 22’, quando sul taccuino appare un tiro centrale di Barella. Il Meazza urlacchia per un "mani" di Toloi che ha poco del rigore e molto del fortuito. La collezione di calci d’angolo, con buona pace di Mazzarri, non produce cambi sul tabellone. I due colossi di punta, Lukaku e Zapata, sono potenziali inespressi, potenze senza controllo disinnescate dalle contromisure e da sé stessi. Ad accendersi è Calhanoglu: tiro mancino con palo pieno al 41’. Calcia anche Gosens, una puntata in corsa da dentro l’area che va a chilometri dal bersaglio. In sostanza la palla ce l’ha spesso l’Inter, poi l’occasione capita alla Dea e Zapata divora la possibile beffa con il cronometro che avvicina l’intervallo. Alla ripresa delle operazioni la palla ce l’ha sempre la banda Inzaghi, anche se Onana fa correre un brivido agli astanti "papereggiando" per una chance che Maehle non trasforma.

Per "Gasp" è il momento della forza giovane. Hojlund e Lookman le carte da giocare, mentre il collega Simone vede crescere Lukaku in presenza e i suoi in pressione. Scambi fitti tra le maglie bianche nelle quali si squarcia un pertugio attraverso il quale passa gloria per Darmian. Il diagonale è vincente. La rete si muove, poco dopo anche sul tentativo di Boga ma è la parte esterna. Ederson e Muriel sono i cambi tre e quattro contro il momentaneo zero all’opposto. È più frizzante la Dea, urgono correttivi che arrivano (Dimarco, Asllani e Dzeko, poi anche D’Ambrosio). Il fuoco atalantino pare spegnersi, quello interista non ha motivo di alimentarsi. A 5’ dalla fine lascia anche il neo capitano Lautaro, nervoso e ammonito in un faccia a faccia con l’arbitro. Dentro Correa. Alza il pressing, prende un giallo anche lui. Parola fine.

Oggi si giocano Fiorentina-Torino alle 18 (Italia uno) e Roma-Cremonese alle 21 (Canale 5).