Domenica 5 Maggio 2024

La direzione giusta: Maria primo arbitro in B

Laurea in Banca e finanza, la 37enne Marotta domani farà la storia: sarà il fischietto di Reggina-Frosinone

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di Anna Bogoni

"È uno dei momenti più belli che l’Aia possa vivere e non c’è dubbio che Maria Marotta meriti questa designazione". Così ha commentato Alfredo Trentalange, presidente dell’Associazione arbitri, la prima volta di un arbitro donna nel campionato di Serie B. Il debutto della direttrice di gara della sezione di Sapri, appartenente alla Can C, è in programma domani pomeriggio alle 14 in Reggina-Frosinone. Sì, un momento importante per la carriera di Maria Marotta ma soprattutto una data storica per l’arbitraggio, per il calcio e persino per tutto lo sport italiano.

Festeggerà alla grande Maria Marotta che oggi ha 37 anni, ripensando a quando frequentava le elementari e nascondeva sotto il banco il suo quotidiano sportivo preferito. A quando aveva iniziato l’avventura che le ha stravolta la vita, l’arbitraggio appunto, ma non le ha impedito di prendersi una laurea in Banca e finanza a Napoli, vivere a Salerno e lavorare a Battipaglia. Ovviamente appoggiata dai genitori, perché è così che i pulcini riescono a uscire dal nido forti dei loro sogni, capace di dribblare fin da bambina le preoccupazioni delle zie, che la vedevano raggiungere i campi di calcio da sola, con i mezzi pubblici, nell’hinterland napoletano. E poi a fianco di un marito, che l’ha sempre sostenuta nei suoi impegni calcistici.

Rimane però in chi non è del mestiere una curiosità: cosa spinge un uomo o una donna, questo davvero non fa la differenza, ad allenarsi con disciplina e costanza, per poi mettersi al collo un fischietto, avere 22 sportivi faticosi da gestire, vivere 90 minuti di fuoco sotto le critiche, spesso gli insulti incrociati delle tifoserie? Per di più senza mai avere l’emozione di una ola, di segnare un gol, di abbracciare i compagni o di urlare sotto la curva, quando le curve erano affollate. Ma perché, ti te lo fa fare? Eppure Marotta, quando le avevo chiesto cosa le piacesse di più di quel mestiere aveva risposto senza esitazione: "La gara vissuta come i 90 minuti più importanti della tua vita. È un mix di emozioni pazzesche, dove un errore può condizionare i giorni seguenti e forse i mesi. È l’apice di una settimana che inizia con l’attesa della designazione, continua con la preparazione della trasferta e culmina con l’adrenalina di quei 90 minuti che smaltirai solo il giorno dopo". Chapeau. Cosa dire di più a una donna che solo due anni fa aveva confessato al nostro quotidiano: "Siccome a me piace arbitrare anche e soprattutto gli uomini, ora voglio fare bene nella categoria dove sto continuando ad allenarmi senza sosta, continuando a sognare l’impossibile. Che al momento si chiama Serie B". Brava Maria, ce l’hai fatta, ma ti prego, continua a sognare.