Lunedì 29 Aprile 2024

Kimi, un mito innalzato sul talento e sui silenzi

Raikkonen, 41 anni, è il pilota più anziano sulla griglia di partenza di Imola. Esce ora in Italia la sua splendida biografia curata da Kari Hotakainen

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La Formula Uno si riappropria di Imola, con il Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia Romagna. In un luogo che mescola tradizione e passione, il più vecchio sulla griglia di partenza sarà Kimi Raikkonen, classe 1979, ultimo iridato con il Cavallino nel 2007. La biografia a lui dedicata da Kari Hotakainen, grande autore nord europeo, è stata un caso letterario in Europa, con oltre mezzo milione di copie vendute. Ora esce (già disponibile su Amazon e librerie elettroniche, sugli scaffali da maggio) anche in Italia, per i tipi di Minerva. Ecco la prefazione di Leo Turrini.

Quello che state per leggere non è semplicemente il racconto di un campione, di un asso della velocità. Certamente Kimi Raikkonen, l’oggetto della biografia, merita l’etichetta di fuoriclasse del volante: non foss’altro per essere uno dei nove esseri umani (nove, non uno di più!) campioni del mondo di Formula 1 al volante di una Ferrari.

Eppure, c’è molto di più in questo libro bellissimo. Kari Hotakainen, l’autore, è uno scrittore magnifico. Non si è perso dietro il dettaglio cronistico delle corse. Non ha ridotto l’uomo, come non di rado capita, alla sua icona, alla pubblica immagine.

No, per fortuna. Fortuna sua, nostra e di Kimi: nel senso che il narratore va alla ricerca dell’anima del protagonista. E la trova, senza fare sconti, senza cedere al qualunquismo laudatorio. Ci sono, in queste pagine intense, i pregi e i difetti non già di un eroe della velocità, quale indubbiamente Kimi Raikkonen è, ma i meriti e i limiti di un personaggio unico.

Occupandomi, tra le altre cose, di automobilismo da oltre quarant’anni, mi sono spesso chiesto come mai KR7, per usare la sigla cara ai fans, sia così popolare in ogni angolo del pianeta. Me lo sono chiesto perché Kimi Raikkonen tutto è fuorché un… piacione: non ama le pubbliche relazioni, non è un ruffiano, parla pochissimo. Insomma, non c’entra niente con la sgangherata epopea dei social.

Ciononostante, muovendosi sempre in direzione ostinata e contraria, Kimi è diventato un mito. Sta sulle piste di Formula 1 da vent’anni. Ha attraversato le generazioni senza mai tradire la fiducia di chi lo ammira.

Credo dipenda dal fatto che c’è più verità nei suoi silenzi che in tante chiacchiere dei contemporanei, colleghi di pista compresi.

Leggendo l’opera di Hotakainen, mi sono definitivamente reso conto della unicità di Kimi. Capiterà anche al lettore.

P.S. L’edizione originale del volume si fermava alla primavera del 2018. Ho curato il capitolo finale sul periodo successivo: Raikkonen e Hotakainen mi vorranno perdonare!

Leo Turrini