Lunedì 29 Aprile 2024

Giro d'Italia 2019, pagelle tappa 20. Carapaz perfetto in tutto, cuore Nibali

L'ecuadoriano completa un Giro senza errori facendo il gregario, il siculo ci prova fino all'ultimo. Roglic ancora sottotono e penalizzato, gli idioti da strada meglio che stiano lontano da Lopez

Richard Carapaz (Movistar Team) (Lapresse)

Richard Carapaz (Movistar Team) (Lapresse)

Monte Avena (Belluno), 1 giugno 2019  - Successo per lo spagnolo Pello Bilbao in uno sprint ristretto nella ventesima tappa del Giro d'Italia, la frazione dolomitica da Feltre a Croce d'Aune-Monte Avena. Il corridore dell'Astana, già vincitore a L'Aquila in questa edizione, in fuga dal mattino, l'ha spuntata su Mikel Landa. L'ecuadoriano Richard Carapaz è comunque riuscito a tenere la maglia rosa, nella penultima tappa del 102esimo Giro d'Italia di ciclismo, che si chiuderà domani a Verona. Sul podio anche Vincenzo Nibali, secondo, e Mikel Landa, terzo, che ha spodestato Primoz Roglic. Lo sloveno, tuttavia, domani nella crono può risalire posizioni. Classifica generale.  

I voti di Angelo Costa 10 a Carapaz. Tiene il Giro al guinzaglio con la squadra e alla fine anche con le sue gambe, confermando di essere il più forte di tutti in montagna. E’ così grato ai compagni da andare a prender loro i rifornimenti d’acqua e, nel finale, spendersi come gregario di Landa: in una corsa senza errori dimostra di saper davvero fare di tutto. 9 a Nibali. Comincia male la giornata, forando sulla prima salita e soffrendo la fame sul Manghen, tanto da non riuscire a rispondere agli allunghi altrui. Nel finale è quello che più di tutti prova a dar fastidio a Carapaz, mettendoci cuore e testa: non vince né il Giro né la tappa, ma almeno si tiene stretto un podio meritato più di tanti altri. 8 a Lopez. Attacca sul Manghen, attacca anche sul Croce d’Aune, chiamando allo scoperto Carapaz che non vuole vedersi rovinata la giornata: pur di buttare all’aria il Giro, rischia di saltare. Attacca anche l’imbecille che sull’ultima salita lo butta in terra quando ancora può giocarsi la tappa: di tutti quelli che promettono di voler picchiare duro, è quello che lo fa meglio. 7 a Masnada. Completa un Giro esemplare andando a conquistare la cima Coppi, dopo esser entrato nella prima fuga. Gli vale l’encomio in una giornata in cui finisce per pagare il peso della fatica di tre settimane corse sempre con la baionetta, da lui e dalla sua squadra: stavolta non per far vedere la maglia, ma per vincere le tappe. 6 a Landa. Riceve l’abbraccio finale di Nibali, il primo a capire cosa significhi per un capitano doversi mettere a disposizione di un compagno più forte. Lo fa anche stavolta, rispettando fedelmente il ruolo assegnatogli dalla squadra, anche se dopo tanto lavoro spreca l’occasione di vincere la tappa, preparatagli in modo altrettanto esemplare proprio da Carapaz. 4 a Roglic. Finisce ancora in apnea, senza aver mai dato un segnale di salute: corre la tappa come se avesse la maglia rosa, pensando soltanto a difendersi. Spinto per parecchi metri da un tifoso sul Croce d’Aune, finge di non accorgersene, come se non esistessero giuria e immagini tv: i dieci secondi di penalizzazione sono quasi un buffetto per uno che ancora può salire sul podio. 0 agli idioti. Spuntano come funghi sulle ultime salite, a caccia di un’inquadratura televisiva mentre corrono accanto a chi fatica per conquistare il Giro. Chi butta in terra Lopez, però, sbaglia due volte: forse non sapeva che il colombiano, menando le mani per mettere in fuga due rapinatori armati che volevano la sua bici, qualche anno fa si è guadagnato l’appellativo di Superman… Tutte le tappe e le altimetrie

Tappa 1, sabato 11 maggio
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