Mercoledì 1 Maggio 2024

CR7-Paratici: il Porto giudice della "loro" Juve

Senza Ronaldo, vittoria e bel gioco contro la Lazio: domani in palio i quarti e il futuro del portoghese e dell’uomo che lo portò

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di Gianmarco Marchini

Nei sessantanove minuti trascorsi in panchina contro la Lazio, Ronaldo avrà avuto modo di riflettere. Non sui massimi sistemi, certo. Tutt’al più sul sistema per rendere al massimo in questi mesi che diranno molto del suo futuro e di quello della Juventus. L’esclusione di sabato è stata programmata a tavolino con lo staff tecnico per portare Cristiano nelle migliori condizioni possibili alla partita della vita contro il Porto. Domani sera i bianconeri si giocano la Champions, vale a dire tutto. In ballo con la qualificazione ai quarti, ci sono la credibilità del progetto Pirlo, e soprattutto la tenuta dell’attuale impalcatura societaria, già fortemente provata dagli ultimi due fallimenti europei. L’Ajax fu fatale ad Allegri, il Lione servì ad Agnelli come pretesto per cacciare il mai legittimato Sarri. Ma attenzione: il Porto non sarà decisiva per il tecnico. Eggià: con lui Agnelli ha deciso di investire su un’idea, consapevole che il prezzo più alto da pagare sarebbe stato il tempo. Chi, invece, rischia di giocarsi tanto in caso di debacle è Fabio Paratici, il capo dell’area sportiva. Fu lui nell’estate 2018 a persuadere il presidente che i 115 milioni per strappare CR7 al Real erano il giusto prezzo per il biglietto vincente della Lotteria Champions. Due giri sono andati male, domani c’è il terzo: è evidente come un altro fallimento potrebbe ribaltare la piramide dirigenziale. A Paratici non resta che aggrapparsi a Ronaldo, l’uomo che non tradisce mai nelle notti di Coppa. Per questo lo prese, del resto. Segnò con l’Ajax, fece doppietta con il Lione, ma non bastò. Domani deve bastare, per lo stesso Cristiano, ben consapevole di come a 36 anni la clessidra della sua carriera sia ormai agli ultimi granelli di sabbia. Se non è ’The Last Dance’, poco ci manca. La Juve è il suo ultimo treno per la sesta Champions che poi significherebbe il sesto Pallone d’Oro, per agganciare Messi nei libri di storia. La storia del re portoghese in bianconero, invece, è tutta da definire: il contratto scade nel 2022, lui vorrebbe prolungare per un altro anno alla stessa cifra monstre di 31 milioni. La Juve e Pirlo glissano e strizzano l’occhio ad Aguero e Icardi. Con la Lazio, i bianconeri hanno vinto da squadra, esprimendo una delle migliori prove stagionali, in quell’idea di calcio corale che piace al tecnico. CR7 è un solista nato: per restare sul palco deve dimostrare che i suoi acuti sono ancora indispensabili.