Martedì 30 Aprile 2024

Giro d'Italia, Contador: "Io come Pantani? Mi commuovo". Aru: "Potevo perdere 20'"

Il Pistolero, frenato da una foratura, firma un'impresa sulla montagna del Pirata: "Gli striscioni della gente mi fanno venire la pelle d'oca". Il sardo deve arrendersi: "Ho sofferto, ho rischiato di sprofondare". Landa lo ha scavalcato: "Adesso cambiano le gerarchie"

Alberto Contador (Afp)

Alberto Contador (Afp)

Aprica (Sondrio), 26 maggio 2015 - L’impresa di Contador è la rimonta sulla montagna simbolo del Giro, il Mortirolo: lo spagnolo lo imbocca con 50 secondi di ritardo su Aru e la sua squadra, dopo aver forato nella discesa dell’Aprica e aver ricevuto la ruota da Ivan Basso. E’ uno spettacolo, lo spagnolo, in una tappa indimenticabile: dopo quattro chilometri raggiunge il sardo, subito dopo allunga il passo, volando al traguardo con l’olandese Kruijswijk e il connazionale Landa, che dopo esser stato a ruota tutto il giorno in quanto compagno di Aru, scappa negli ultimi quattro chilometri per conquistare la seconda tappa dopo quella di domenica a Madonna di Campiglio prima del riposo.

"Oggi è stata una giornata molto difficile, ho vissuto una situazione critica: due cadute mi hanno fatto rallentare, poi ho forato in discesa. Già è dura vincere un grande giro quando tutto va liscio, quando ci si mette anche la sfortuna… Questo però è il ciclismo ed è questo quello che la gente ricorda. Ho messo in scena una tappa alla Pantani? Mi viene la pelle d’oca a sentire certi paragoni. Lo capisco leggendo gli striscioni della gente che per strada scrive 'per sempre Pantani'".

E’ un Contador commosso quello che ora comanda con oltre 4 minuti su Landa, salito davanti al compagno Aru dopo aver avuto via libera per giocare le sue carte. "Sul Mortirolo sono salito con il mio ritmo, come se fosse una crono, ho cercato di non perdere la calma. È normale che Landa nel finale abbia attaccato, anche se ha abbandonato il leader, ma ognuno prende le proprie decisioni in gara. Kruijswijk è andato molto forte, in condizioni normali gli avrei lasciato la tappa. Ma ognuno ha il proprio interesse e io lo rispetto".

Interesse di Contador è difendere la sua squadra, sparita ai piedi del Mortirolo. "Credo siano stati straordinari, e non solo oggi. I miei sono stati davanti a tirare dal primo giorno e la gente se lo dimentica. Darei un dieci ai miei compagni, se ho questa maglia è grazie a loro". Interesse invece degli avversari era isolarlo: Contador è abbastanza signore per dire che "quando ho forato mi aspettavo che sarebbe successo quel che è successo. Non voglio commentare se è corretto o scorretto". E quando gli chiedono cosa avrebbe fatto a ruoli invertiti (Aru a piedi e lui davanti), risponde secco: "Io credo che oggi Aru non sia proprio contento". 

Non è contento, infatti, Aru: oltre a minuti preziosi, ci ha rimesso il secondo posto. "Sinceramente non è stata una delle giornate migliori della mia carriera. Ho sofferto tanto, ho pedalato più di testa che di gambe, ho tenuto duro per non sprofondare. Landa stava bene ed era giusto che se la giocasse, oltretutto ha vinto la tappa: se uno sta meglio non ci sono gerarchie che tengano, è stato giusto così. Ora pensiamo a recuperare in vista dei prossimi giorni, sono stanco, è stato uno sforzo enorme, solo quando sei in bici puoi provare sforzi simili. Ho sofferto per 40 chilometri, avrei potuto perdere 20’, la testa ha fatto la differenza. L’importante in giornate così è non mollare". 

Chi non  molla è Mikel Landa, convinto adesso di poter vincere prima o poi un grande giro. "Fabio mi ha dato il via libera perché non ce la faceva, avevamo tenuto un'andatura molto forte per mettere in crisi Contador - racconta il basco, 25 anni - . Sono stato a ruota di Alberto e Kruijswijk, ma quando hanno iniziato a giocare sono partito. Sono stupito di quanto sto andando forte. Le gerarchie in casa Astana? Sono un po' cambiate, ma restiamo un gruppo molto unito. Se fossi partito da leader in questo Giro l’avrei vinto? Non lo so. Ho dimostrato di essere tra i più forti in salita, di certo non starò fermo nelle prossime scalate che ci aspettano. Oggi ho capito che vincere un Giro è alla mia portata, non so se quest'anno, tra due anni o cinque. Adesso pensiamo a chiudere bene questo, se Aru sta bene possiamo attaccare assieme Contador".