Leo Turrini
"Con una battuta potrei dire che in Qatar, in attesa degli Azzurri di Mancini, io e la Ferrari ci siamo già arrivati… ".
Stefano Domenicali, l’erede italiano di Bernie Ecclestone, già ai vertici di Ferrari e Lamborghini, si gode l’attimo. Tra le dune di Losail, da oggi riprende il duello tra Hamilton e Verstappen.
"Per la Formula Uno è un ritorno all’età dell’oro - dice il Dom-. La battaglia tra due piloti fenomenali, che guidano macchine diverse, ha restituito un appeal straordinario al nostro mondo".
Come ai tempi di Senna e Prost.
"Più o meno siamo lì, anche in termini di personalità. Max e Lewis sono distinti e distanti anche per cultura, appartengono a generazioni differenti. È un conflitto che si avverte a pelle".
Chi la spunterà?
"Credo che nessuno possa fare un pronostico! Tra l’altro mancano tre gare e due saranno disputate su circuiti mai sperimentati prima dalla Formula Uno, in Qatar e a Gedda. E questo aggiunge incertezza alla incertezza".
Preferenze?
"Zero. Stiamo parlando di due assi formidabili. La gente percepisce il loro valore e l’intensità del loro conflitto. Tra Inghilterra, Olanda e tappe americane gli autodromi si sono riempiti, parlo di un milione di spettatori in cinque gare!".
Peccato manchi la Ferrari.
"Io rovescerei il discorso: chissà cosa accadrà quando, spero presto, la Ferrari tornerà a lottare per vincere".
Appunto: quando?
"Sono sempre un tifoso del Cavallino, a Maranello ho vissuto un periodo fantastico della mia vita. Mi auguro siano pronti per il gradino più alto del podio già dalla prima gara del 2022".
Tornando ad Hamilton e Verstappen, forte è il timore che a decidere la partita possano essere eventi esterni, tipo reclami o incidenti…
"Beh, sulle questioni regolamentari la competenza è esclusivamente della federazione. Non intendo negare che il clima è molto teso. Ma in fondo è comprensibile, la posta in gioco è altissima, la rivalità è feroce. Ci sta, a nessuno piace perdere".
Intanto vince la Formula Uno.
"Stiamo lavorando per rendere ancora più appetibile il prodotto. Oltre al Qatar e alla Arabia Saudita presto scopriremo nuove sedi, ad esempio Miami. E ritroveremo la Cina e il resto dell’Asia, quando usciremo dalla pandemia".
E come la mettiamo con la svolta green?
"Stiamo investendo sullo sviluppo dei bio carburanti. Crediamo in una Formula Uno che sia ecologicamente compatibile e vogliamo far entrare altri grandi costruttori nel nostro mondo".
Ma con nuovi rivali per la nostra Ferrari sarà ancora più difficile vincere…
"No, sarà più bello".