Martedì 30 Aprile 2024

Calcio d’esempio per una volta

Italo Cucci

Guai attribuire al Covid un qualsivoglia beneficio ma è lecito sottolineare che quest’inferno ha contribuito a creare sacche insolite di riflessione. Scelta che ha fatto il calcio - peraltro storicamente dato a fantasie e emozioni, quindi innovatore - affrontando una riforma storica, il ritorno al campionato a 18 squadre (incontentabile, lo vorrei a sedici, come ai bei tempi in cui eravamo i migliori del mondo) e un contratto di lungo respiro per Roberto Mancini. Gli si darà il tempo di un Europeo e di un Mondiale per completare la crescita del movimento azzurro ammosciatosi dopo l’espulsione da Russia 2018. Ho motivo di credere - conoscendo Roberto fin da quando arrivò al Bologna ragazzino, anche allora per dare vigore a un club disastrato - che la sua sia un’ambizione altamente professionale, non una scelta di vita intesa come “mi metto qui perché in giro c’è troppa confusione”. Il riposo del guerriero. No, Mancini è giovane, ha ricevuto offerte allettanti da club privati da troppo tempo presi tuttavia da nevrosi panchinara: non è un caso che il finale di campionato dia più spazio al valzer dei mister - Pirlo, Gattuso, Mourinho, Mihajlovic, De Zerbi, Inzaghino e Inzagone e aggiungete chi vi pare - piuttosto che al calcio vero e cosí il Ct azzurro pensa invece a avviare una nuova riforma nel Paese che odia le riforme: ridare qualità e peso al calciatore italiano ormai sopraffatto da legioni di stranieri spesso inutili. Nasce cosí per creare future emozioni il Laboratorio del Dottor Mancini.