Domenica 5 Maggio 2024

Agnelli alla guida, 10 anni vissuti pericolosamente

Dalla Superlega al caso del passaporto di Suarez

di Paolo Franci

Alla Juventus dell’era Andrea Agnelli è successo davvero di tutto, negli ultimi dieci anni. Nel bene e nel male. Ha vinto e stravinto in Italia, vero, fallito a ripetizione l’Obiettivo Principale della Champions sfiorato due volte. Agnelli ha ricostruito il club dalle ceneri di Calciopoli, regalato ai tifosi una squadra nuovamente vincente e il sogno Ronaldo col quale alzare la Coppona. E poi, la valorizzazione del marchio ‘J’ con Stadium, museo, albergo, la nascita della squadra B e della Juventus femminile. L’ambizione del mondo Juve ha però dovuto fare i conti con zone paludose, a volte non direttamente per responsabilità del club, come nella vicenda Scommessopoli del 2012 per la quale viene deferito Antonio Conte, già allenatore del club di Agnelli, ma chiamato a rispondere di imputazioni (omessa denuncia) per fatti riferibili alla sua avventura con il Siena. Fu però l’esercito degli avvocati della Juve a difendere il proprio allenatore.

Due anni dopo, nel 2014, alcuni dirigenti tra cui lo stesso Andrea Agnelli, sono invischiati in un’inchiesta della Procura di Torino sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte. In una piega di quell’indagine finisce sotto la lente la gestione dei biglietti dello Stadium e la relativa commercializzazione. Inchiesta per la quale non vi sarà alcuna imputazione penale per la Juve, al punto che i pm piemontesi chiesero l’archiviazione. Juve totalmente estranea ai fatti.

Diverso fu, invece, il quadro degli elementi emersi nell’affresco della giustizia sportiva, che determinò anche roventi polemiche tra la Procura del pallone e lo stesso Agnelli. Il numero uno bianconero e i suoi dirigenti furono deferiti per i rapporti proibiti dal codice sportivo con gli ultras e la cessione di biglietti agli stessi. In primo grado Agnelli incassa 12 mesi di inibizione. In secondo grado le toghe federali ritengono esaurita l’inibizione e si va per ammende salate. E si arriva agli ultimi quindici mesi, nei quali succede di tutto. Nel settembre dello scorso anno esplode il caso Suarez. L’attaccante sta per sbarcare alla Juve, ma deve ancora ottenere il passaporto comunitario. Il tragicomico esame all’Università di Perugia è un’autentica perla difficile da dimenticare. Nel frattempo piccole scosse telluriche scuotono l’ambiente, tra la fuga di Ronaldo dal protocollo anti-Covid (nel periodo più delicato della pandemia) per andare in Nazionale, alla festicciola in casa McKennie. Pochi mesi dopo esplode fragorosamente la vicenda SuperLega che diventa un caso politico internazionale. In estate, a fine mercato, arriva l’addio di Ronaldo e da lì, alla brama di SuperLega, corrisponderà la assai poco SuperJuve di Allegri. E si arriva all’inchiesta di Torino, con il caso plusvalenze e la bufera che ha coinvolto Agnelli, Nedved, Paratici e altri dirigenti.