É febbre da Fuorisalone. Ma non tutto fa Design e per non perdersi nel caos degli appuntamenti meglio segnarsi progetti ed indirizzi che valgono la fatica. Sicuramente Alcova, pensato e progettato da Joseph Grima di Space Caviar e Valentina Ciuffi di studio Vedèt. Per la settima edizione esce dalle porte di Milano e pur essendo sempre stato un progetto nomade, questa volta sarà una scommessa. Dopo aver fatto rivivere una ex fabbrica di panettoni, una struttura in cui si filava il cashmere, gli edifici di un ex complesso ospedaliero militare abbandonato, stavolta il palcoscenico sarà rappresentato da due magnifiche ville di stile modernista e barocco, cioè villa Borsani e villa Bagatti-Valsecchi, a Varedo. Le dimore, per la prima volta, apriranno alla riflessione su un tema sempre centrale per Alcova: quello dell’abitare, che quest’anno dialogherà con i due contesti ’domestici’.
Villa Borsani è un raro esempio di architettura residenziale modernista, progettata nel 1943 da Osvaldo Borsani come abitazione di famiglia. Gli arredi progettati dallo stesso Borsani verranno temporaneamente rimossi e gli spazi verranno reinterpretati completamente dagli espositori. Villa Bagatti Valsecchi, normalmente chiusa al pubblico, è invece, una delle testimonianze più significative di architettura di villa ottocentesca lombarda e ospiterà progetti e installazioni anche nel grande parco. Pensa alle generazione Z, invece, il fuorisalone del SuperstudioPiù di Gisella Borioli e Giulio Cappellini con un titolo ’Think different!’ che diventa imperativo subliminale di ogni approccio dei giovani al progetto.
"Il pensare in maniera differente – spiega Borioli – si rende necessario per dare le giuste risposte ai giovani della Generazione Z nelle cui mani è il futuro, alla natura che chiede più rispetto, alla tecnologia che, semplificando la nostra vita, ridefinisce il nostro modo di interagire con il mondo". Nella consapevolezza che tutto può essere reinventato, la sfida è uscire dagli schemi. E chi esce dagli schemi è anche ’Città, Giardino’ a Brera che, appunto, non sarà un ’evento’, ma un progetto che continuerà anche quando si saranno spente le luci della design week. Pensato da Lorenzo Castellini e Gianmaria Sforza è un progetto che crea un unico sistema tra la Casa degli Artisti, diretta da cinque associazioni culturali, e il grande giardino dedicato alla performer Pippa Bacca.
In via Gaetano de Castillia 26, all’Isola, sarà visitabile New Store: In questo pop-up, il Nieuwe Instituut sperimenta forme di scambio alternative, in grado di sostenere la vita del nostro pianeta, anziché danneggiarla. Al ’New Store’ i visitatori non sono clienti passivi: forniscono le materie prime – in questo caso i loro capelli –, il loro tempo, le loro idee per testare collettivamente una nuova economia di valore. Insieme al Nieuwe Instituut e ai partner del progetto, i visitatori diventano co-creatori di due prodotti finali: un filato sostenibile e un’opera tessile in capelli umani.
Un indirizzo da non perdere è piazza Castello 27 per visitare la Fondazione Castiglioni Il progetto in mostra curato da Chiara Alessi e Marco Marzini, è dedicato al design per la ristorazione e riassume nell’eposizione di alcuni arredi classificati come ’neoliberty’ la filosofia e il lavoro del grande designer milanese. Si intitola ’Progetti per servire. I Castiglioni e la ristorazione’ e ricostruisce uno spaccato della Birreria Splügen Bräu aperta nel 1962 in corso Europa.
Parla di futuro Dropcity curato dall’architetto Andrea Caputo, nei sottopassi della stazione Centrale: meritano We Mediterranean (tunnel 50) e Datapolis (tunnel 52) un’installazione di Atelier Atollo.
Per una immersione nella bellezza, Nilufar Depot in via Lancetti, con le opere di Osanna Visconti nello spazio permanente della gallerista Nina Yashar e Casa Cabana, in via Borgospesso, che consente un viaggio reale nel mondo Cabana: dai gioielli alla tavola, con una artigianalità che fa fare il giro del mondo.