Giovedì 2 Maggio 2024

Un export senza confini

Nel 2023 volano le esportazioni dell’orologeria svizzera, ma all’orizzonte i segnali non sembrano essere positivi .

Un export senza confini

Un export senza confini

Dall’inizio dell’anno l’export dell’orologeria svizzera sembra non abbia subito frenate. Se a giugno si registrava +11,3 per cento nei primi cinque mesi del 2023, a ottobre si è assistito a un nuovo incremento. Nel mese le esportazioni di segnatempo elvetici sono state di 2,39 miliardi di franchi (2,47 miliardi di euro al cambio attuale), il 5,1 per cento in più rispetto a un anno prima.

Per l’insieme dei primi dieci mesi del 2023 la cifra dell’export rossocrociato è di 22,09 miliardi di franchi (22,82 miliardi di euro), in aumento dell’8,3 per cento in rapporto allo stesso periodo dell’anno scorso. Lo studio 2023 di Deloitte sul settore degli orologi svizzeri evidenzia nuovi record di esportazione e importanti processi trasformativi.

Quello che sembra calare un po’ è l’ottimismo per i prossimi 12 mesi: rispetto a un anno fa, infatti, l’industria orologiera è meno fiduciosa sulle proprie prospettive, solo il 50 per cento ha un sentiment positivo (contro un 57 per cento del 2022) rispetto a un 25 per cento negativo. Le principali ragioni di questo orientamento sono l’incertezza geopolitica (84 per cento), l’inflazione (69 per cento) e la crisi del costo della vita (69 per cento).

Ma torniamo alle esportazioni: gli Usa restano il primo mercato, la Cina cresce (ma è ancora sotto i livelli del 2021). Da tenere d’occhio è l’India, sempre secondo Deloitte: "Entro il 2028, prevediamo che le vendite all’esportazione di orologi svizzeri in India supereranno i 400 milioni di franchi, con il Paese che entrerà tra i primi 10 mercati di esportazione svizzeri entro un decennio", ha dichiarato Karine Szegedi, leader del settore consumer e fashion & luxury di Deloitte Switzerland.

L’indagine mostra come nei primi otto mesi del 2023 l’India abbia registrato un aumento delle vendite superiore alla media del 18 per cento e si prevede che "entrerà tra i primi dieci mercati di esportazione elvetici entro un decennio". Sotto la lente anche le vendite online e quelle offline: nonostante il successo delle prime, la maggior parte dei marchi (62%) prevede un rafforzamento delle seconde, e le numerose inaugurazioni di boutique degli ultimi periodi sembrano una conferma. I clienti preferiscono sempre l’acquisto in negozio soprattutto quando si tratta di orologi particolarmente costosi.

L’esperienza fisica di toccare e poter indossare il segnatempo scelto, oltre a rapporto diretto con il venditore in questi casi è ancora la preferita. Tiene e anzi cresce il mercato dell’usato degli orologi di lusso visti come un bene rifugio: i consumatori pagano prezzi elevati per i modelli usati dei marchi più importanti come Rolex, Patek Philippe e Audemars Piguet, ma anche per quelli indipendenti come F.P.Journe e De Bethune, con l’aspettativa che il valore di questi orologi continui a salire col tempo.

L’8 novembre scorso la Fondation Haute Horlogerie ha ospitato l’undicesima edizione del Fhh Forum presso la Maison de la Paix di Ginevra, tema Horology Futurology. Ne emerso il desiderio della Fhh di essere all’altezza delle sfide attuali e future che l’industria orologiera deve e dovrà affrontare.

Tra le tematiche emerse anche l’interesse dei compratori: i clienti con disponibilità importanti comprano meno ma meglio. Quello che desiderano è una soddisfazione psicologica dall’esperienza dell’acquisto. L’Fhh Forum del 2023 ha dimostrato che i periodi complessi hanno evidenziato la capacità del settore dell’orologeria di adattarsi e innovare. Un settore dunque ancorato alla tradizione ma che sa guardare oltre l’ostacolo.