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Selfie in spiaggia? Gli occhi possono soffrire

I consigli degli oculisti per proteggere la vista: anche guardare a lungo sotto il sole gli schermi di tablet e cellulari può causare problemi

18/06/2023 - di Olga Mugnaini

Il sole, fonte di vita ma anche di problemi. E con l’estate servono precauzioni e consigli degli esperti, dermatologi in primis ma anche degli oculisti. Ad esempio, sono loro a mettere in guardia dai rischi dei selfie in spiaggia, perché l’osservazione diretta del sole può arrecare danni, anche irreparabili, alla retina e, in particolare, alla macula come quando si osserva un’eclissi solare senza specifica protezione. L’allarme arriva all’ultimo congresso della Società di Scienze Oftalmologiche (S.i.s.o.) a Roma, dove gli esperti hanno puntato il dito contro la selfie-mania e i cellulari. Anche guardare troppo a lungo sotto il sole tablet e smartphone può costare caro alla vista. Lo schermo infatti, riflette come uno specchio il sole che colpisce in particolare la parte centrale della retina, producendo un effetto degenerativo. In generale anche l’eccessiva esposizione al sole, in spiaggia o in montagna, può comportare rischi per la vista. L’acqua riflette dal 10 al 20% dei raggi UV, mentre in montagna i raggi ultravioletti sono spesso più intensi che in pianura. Quindi, gli escursionisti, che non indossano occhiali da sole con filtri adeguati, possono riportare gravi alterazioni della superficie oculare.

 

Dagli occhi alla pelle. I dermatologi del 97° Congresso Nazionale Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse, che si è svolto a Napoli, hanno ribadito che l’esposizione solare incontrollata è un fattore di rischio per tutti i tumori della pelle, e che una corretta fotoprotezione è sicuramente alla base di una giusta prevenzione: “Per quanto i tumori cutanei abbiano una predisposizione genetica, è però possibile difendersi correggendo molte abitudini del vivere quotidiano – spiega la dottoressa Alessia Villani, ricercatrice dell’Università di Napoli Federico II e membro della SIDeMaST –, In particolare abituandosi alla fotoprotezione. Ormai sono stati sviluppati numerosissimi filtri solari che hanno permesso di realizzare tanti prodotti diversi, che offrono ai pazienti una vasta scelta di opzioni. I filtri chimici e fisici rimangono comunque quelli maggiormente utilizzati». Molti prodotti hanno aggiunto fattori protettivi quali nicotinammide e vitamine, così come ci sono vari livelli di fotoprotezione, nonché diversi metodi di somministrazione (spray, creme, resistenza all’acqua). E ancora prodotti specifici per pelle foto danneggiata, acneica, rosaceiforme, etc.. Tutto ciò permette di avere un solaresu misura per ogni paziente.

 

È fondamentale il ruolo del dermatologo nel corretto inquadramento del solare da utilizzare: «La cute è il nostro epitelio di confine: separa gli organi interni dall’ambiente esterno e molto spesso ospita le prime manifestazioni di patologie internistiche – afferma Serena Lembo, professore dell’Università di Salerno e presidente del 97° congresso SIDeMaST –. Il dermatologo, dunque, svolge spesso la funzione di sentinella e di regista. Interagisce con l’ematologo quando dal prurito diffuso diagnostica un linfoma, con il gastroenterologo quando il paziente con psoriasi o idrosadenite suppurativa mostra i segni di una patologia infiammatoria cronica intestinale. E ancora, con il reumatologo in caso di artrite reumatoide».