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Regole d’oro per la pelle dei bambini

Acne, dermatite atopica e scottature inconvenienti più frequenti in età pediatrica: ecco come affrontarli

19/06/2022 - di Maurizio Maria Fossati

Forse non tutti sanno che la pelle è un organo. Sì, addirittura l’organo più grande del corpo umano e certamente uno tra i più complessi. Ma quali sono le malattie che colpiscono più frequentemente la pelle del bambino e dell’adolescente? Per inquadrare il problema, partiamo col dire che si dividono in malattie infiammatorie, infettive e tumorali. E che, fortunatamente, i tumori hanno un’incidenza pressoché non rilevante nei bambini.

 

Cominciamo quindi con le patologie infiammatorie. «In età pediatrica la dermatite atopica è certamente la malattia infiammatoria più frequente – afferma Diego Tosi, specialista in dermatologia pediatrica, Ospedale dei bambini Buzzi-ASST Fatebenefratelli Sacco –. Può manifestarsi già nel neonato e può persistere fino alla pubertà e all’età adulta. È infiammatoria anche la dermatite seborroica, che nel caso del neonato viene comunemente chiamata crosta lattea. Nel periodo della pubertà, poi, può comparire l’acne, con incidenza di 1 su 5 adolescenti. Le malattie della pelle infettive, invece, possono avere origine virale (come le verruche), batterica (come l’impetigine) e micotica (cioè da funghi) per contatto tra bambini, con animali e con il terreno».

 

La patologia più frequente in assoluto è senza dubbio la dermatite atopica – sottolinea lo specialista – che si manifesta solitamente nei primi mesi di vita con secchezza cutanea, una pelle più sensibile, reattiva e chiazze rosse, desquamanti, tipicamente pruriginose. Spesso il bambino è figlio di genitori che soffrono di allergie e lui stesso potrà sviluppare allergie nel corso della vita. La dermatite atopica ha sedi preferenziali. Nel neonato si manifesta sul volto oppure sull’area pannolino. Nei più grandicelli si localizza nelle sedi delle pieghe come il collo, i cavi dei gomiti e delle ginocchia. Nei più grandi le lesioni sono meno acute e meno infiammatorie, ma di lunga durata. Le forme lievi di dermatite atopica possono essere gestite dalla pediatra, quelle moderate e gravi, invece, necessitano della valutazione dello specialista dermatologo.

 

A causa della barriera cutanea alterata e della secchezza cutanea, dice il dottor Tosi, il bambino con dermatite atopica deve evitare tutti i possibili fattori irritanti come lavaggi troppo frequenti, detergenti aggressivi, contatti con sostanze chimiche.
Anche l’abbigliamento può essere causa di irritazione: è meglio evitare il contatto della pelle con la lana, tessuti sintetici non traspiranti irritanti e allergizzanti. Le cure per la dermatite atopica lieve prevedono creme emollienti atte a ripristinare la barriera cutanea. Nelle forme moderate si usano a cicli pomate a base di cortisone, mentre nelle forme più gravi sono oggi disponibili terapie sistemiche con farmaci biologici, a uso ospedaliero, per bimbi al di sopra di 6 anni. Sole, mare e cure termali hanno influenza benefica su questi pazienti.

 

L’acne, invece, prende origine da un’alterata attività della ghiandola sebacea. Solitamente si manifesta, spiega il dermatologo, nel periodo che precede la pubertà ed è legata a una predisposizione alla malattia (familiarità). Predilige il volto e il tronco. Le forme poco infiammatorie manifestano dei comedoni, i famosi punti neri e punti bianchi, che indicano l’occlusione delle ghiandole sebacee. Col passare del tempo si può avere un’invasione batterica che forma papule, cioè elementi infiammatori che aggravano la situazione. Si può così arrivare alle pustole, contenenti pus. Le forme più gravi mostrano la formazione di noduli e cisti. L’acne, essendo una patologia legata all’evoluzione ormonale, è una malattia a lunga durata che nel sesso femminile può essere associata a problemi ovarici. Contrariamente a quanto molti credono, l’alimentazione ha un ruolo marginale nel decorso dell’acne, mentre è accertato che lo stress è una condizione peggiorativa.

 

Come si cura? Le forme moderate di acne si curano con terapie locali a base di derivati del retinolo che hanno un’azione esfoliante e quindi riducono l’azione dei comedoni. Quando invece c’è infiammazione si usano antisettici e/o antibiotici locali. Nelle forme più gravi si assumono anche antibiotici per bocca. Il sesso femminile può trarre vantaggio anche dalla pillola progestinica.

 

Neonati e prima infanzia

Niente sole per i primi sei mesi di vita. «Va assolutamente evitata l’esposizione diretta del neonato ai raggi solari», è il consiglio di Diego Tosi, specialista in dermatologia pediatrica. «E di questi tempi è anche necessario evitare di uscire al sole nelle ore centrali della giornata, cioè nella fascia 11-15. Dopo i 6 mesi è utile l’applicazione di un protettivo solare 50+ e l’uso di vestitini e cappellini protettivi. Non va inoltre dimenticato che l’impiego dei protettivi solari deve sempre essere abbondante e ripristinato ogni due ore e dopo ogni bagnetto, nonostante i prodotti in commercio garantiscano la resistenza all’acqua». In età pediatrica sono assolutamente da evitare le scottature poiché rappresentano un alto fattore di rischio melanoma per l’età adulta. È sempre bene ricordare che la pelle ha una sua “memoria” e quindi qualunque esposizione al sole ne accresce l’invecchiamento naturale senza recupero.