Con il sostegno di:

Pensiero magico, che cos’è? Ecco perché fa discutere

Credenze, riti, superstizioni e amuleti fanno proseliti, ma attenti alle cantonate

14/07/2023
Crediti iStock - Pensiero magico

In tempi difficili caratterizzati da precarietà e paura, molte persone sono più propense a credere nel cosiddetto pensiero magico. Si tratta di una credenza o di un’idea basata sulla convinzione che i pensieri, le parole o i gesti possano influenzare direttamente la realtà o il mondo circostante in modi non spiegabili razionalmente o scientificamente. 

 

Credenze popolari

Nella cultura popolare, che ha radici antiche, il pensiero magico può assumere molte forme diverse. È spesso associato a riti scaramantici e propiziatori, superstizioni, sogni premonitori, amuleti, talismani, oggetti e gesti specifici che si ritiene abbiano poteri speciali, come portare fortuna o allontanare il malocchio. Ad esempio, alcune persone credono che pronunciare una determinata frase o esprimere un desiderio possa portare fortuna o sfortuna. Altre credenze riguardano oggetti o gesti specifici che si suppone abbiano poteri speciali, come portare fortuna o allontanare il malocchio.

 

Ma perché parliamo qui di medicina e superstizioni? Perché il tema è tornato di attualità negli Stati Uniti, e ha fatto discutere psicologi e ricercatori. “Un talismano può dare speranza alle persone e consentire loro di sentirsi più rilassate, più solidali”, ha scritto sul Washington Post lo psichiatra Naama Hofman, professore associato presso la Icahn School of Medicine del Mount Sinai a New York. “È simile all’effetto placebo, in cui le persone migliorano solo con la speranza che lo facciano”.

 

Dunque la psicologia e l’antropologia entrano pesantemente in gioco. I fautori del pensiero razionale, basato su prove scientifiche riproducibili, considerano il pensiero magico come “la risposta illogica a una causa scatenante, risposta che tende a giustificare le affermazioni (superstizioni) senza portare alcuna prova empirica” statisticamente significativa.

 

Paura e insicurezza

Studiosi come Stuart Vyse, psicologo e autore di ‘Believing in Magic: The Psychology of Superstition’, hanno spiegato che le persone tendono a rivolgersi al pensiero magico soprattutto in periodi complicati e quando le certezze vacillano, sia a livello collettivo, durante crisi finanziarie, epidemie e guerre, sia sul fronte personale, come può capitare nel caso di una malattia terminale e inguaribile. Quando la medicina e la scienza fanno fatica a darci una garanzia, ha commentato l’esperto, molti sentono il bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi e che dia speranza, aiutando a tenere a bada ansia e preoccupazioni. “L’effetto più forte del pensiero magico è semplicemente il beneficio emotivo del momento”, ha detto Vyse.

 

Scienza 

Il pensiero magico, insomma, può dare un senso di controllo e trasmettere conforto a coloro che credono a esso e che vivono momenti in cui sono estremamente vulnerabili, sfiduciati, impauriti. Tuttavia non ha validità scientifica. La scienza moderna, infatti, è fondata su principi di causa ed effetto, che richiedono prove empiriche e riproducibili e verificate. In casi gravi, poi, occorre stare attenti che il pensiero magico non degeneri in vere e proprie ossessioni o nasconda disturbi psicopatologici che vanno gestiti da medici ed esperti. 

 

Pseudoscienza 

Di pensiero magico, cure e credenze alternative si è spesso occupato Piero Angela, noto divulgatore scientifico, di cui si sente la mancanza (ci ha lasciati il 13 agosto dell’anno scorso). L’ideatore e conduttore di Superquark aveva costituito, insieme ad altri intellettuali nel 1989, il Cicap, Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (fino al 2013 denominato Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale). Anni fa, rispondendo a una domanda di Lucia Annunziata in tv, Piero Angela aveva messo in guardia sui limiti del pensiero magico, esortando il pubblico a fidarsi dei medici e della scienza fondata su basi di onestà intellettuale, e concluse così: “La velocità della luce non si decide per alzata di mano, a maggioranza”.