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Laboratori analisi, come riorganizzare: l’esperienza insegna

Rete di sorveglianza, l'impegno dei microbiologi clinici

20/03/2022

«In due anni di pandemia siamo stati tutti testimoni di una minaccia, e abbiamo dato risposte efficaci in 12 mesi. Alla fine, grazie alla nostra determinazione, siamo stati in grado di processare oltre un milione di tamponi al giorno». Questo uno dei passaggi chiave lanciati da Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli), al congresso nazionale del sodalizio, celebrato a Rimini. «L’auspicio – ha aggiunto, relativamente al Covid – è di fare tesoro di questa esperienza per approdare a un sistema che possa farci trovare più preparati in futuro di fronte a una nuova eventuale minaccia sconosciuta».

 

Clerici ha ricordato l’impegno dei microbiologi in tanti altri campi, nel contrasto all’antibiotico resistenza, e la rilevanza del Pnrr, che mette sul piatto 61 milioni di euro per l’implementazione delle tecnologie e la riorganizzazione dei laboratori di microbiologia. L’esperienza maturata nei due anni di pandemia dovrebbe essere il punto di partenza per ridisegnare una rete territoriale di sorveglianza microbiologica al passo coi tempi.

 

Le minacce potrebbero venire da nuovi virus a circolazione interumana, risultato quasi sempre di origine animale, che attraverso uno o più vettori, hanno fatto il salto di specie. Fondamentale, isolato il virus, eseguire più rapidamente possibile le caratterizzazioni genomiche essenziali per predisporre piani di prevenzione e cura adeguati. In questo senso rientra il progetto di riorganizzazione dell’attività di sequenziamento proposto dall’ Istituto superiore di Sanità che, partendo dalle 112.038 sequenze genomiche di Sars-CoV-2 presenti sulla piattaforma nazionale Icogen e condivise anche dalla piattaforma internazionale Gisaid, prevederà l’esecuzione settimanale di circa mille sequenze, da parte dei laboratori della rete, dove Amcli è fortemente rappresentata.