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Longevità, un test indicherà quale organo invecchia per primo

Lo studio, pubblicato su Nature, potrebbe aiutare a fare una prevenzione più efficace e a comprendere malattie come l’Alzheimer

28/12/2023
Crediti ISTOCKPHOTO - Ageing, un nuovo test del sangue indica quale organo invecchierà per primo

Invecchiare è una tappa inevitabile del vivere umano che, a un certo punto dell’esistenza, coinvolge tutti. Ma non è un cambiamento brusco e repentino. In termini di longevità si tratta, piuttosto, di un passaggio progressivo. Tutto ha inizio nelle cellule dell’organismo, che risentono del passare del tempo, a ritmi diversi l’uno dall’altro. È quanto ha dimostrato uno studio, condotto da ricercatori di Stanford Medicine.

 

Età biologica

Gli scienziati americani, le cui osservazioni sono state pubblicate su Nature, hanno analizzato i livelli di migliaia di proteine nel sangue dei partecipanti allo studio e hanno stabilito un’età specifica per ciascuno degli 11 organi chiave, sistemi o tessuti fondamentali del nostro organismo, nello specifico cuore, intestino, pancreas, cervello, grasso, polmoni, l’apparato immunitario e quello circolatorio, reni, fegato e muscoli. Occorre precisare che sono indagini sperimentali, nessun test è stato standardizzato e introdotto nella pratica clinica, quindi stiamo parlando ancora di ricerche in divenire.

 

“Quando abbiamo confrontato l’età biologica di ciascun organo per ogni individuo con i suoi omologhi in un grande gruppo di persone senza malattie gravi ovvie, abbiamo scoperto che il 18,4% di coloro di età pari o superiore a 50 anni aveva almeno un organo che invecchiava in modo significativo più rapidamente della media”, ha detto uno dei ricercatori, Wyss-Coray. “E abbiamo scoperto che queste persone presentano un rischio più elevato di malattie in quell’organo specifico nei prossimi 15 anni”.

 

Prevenzione

Maria Luisa Malosio, ricercatrice all’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche: “In Italia facciamo ancora fatica a ragionare in termini di prevenzione, ma è una cosa di cui abbiamo assolutamente bisogno: l’aspettativa di vita aumenta sempre più, ma noi dobbiamo cercare di far aumentare quella in buona salute”. Ha proseguito l’esperta: “Questo lavoro va proprio in quella direzione. Ad esempio sarebbe interessante analizzare sotto questo aspetto i centenari che abbiamo nel nostro Paese, per capire le differenze rispetto ad altre popolazioni”.

 

Nuove prospettive

Nel caso di un cuore che invecchia prematuramente, aumentano le probabilità che si verifichino episodi di fibrillazione atriale e infarto. Se i reni mostrano i segni di un invecchiamento accelerato, la persona è più esposta a ipertensione e diabete. Per quanto riguarda l’Alzheimer, sempre seguendo i risultati della ricerca fatta a Stanford, questa malattia è associata non solo all’età biologica del cervello, ma anche a quella del sistema vascolare. “È un aspetto interessante: suggerisce che si tratta di una patologia multifattoriale, la cui origine non risiede solo nel cervello”, ha commentato infine la ricercatrice italiana.