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La scienza svela perché ci piacciono i selfie

Scattare e pubblicare foto che ci ritraggono aiuta a costruire la nostra identità

25/09/2023
Crediti iStock - Giovane donna che scatta selfie in bagno

Nell’era dell’apparenza e della condivisione, i selfie e in generale gli scatti che ci ritraggono, da soli o in compagnia, spopolano sui telefoni e sui social. Sono strumenti che piacciono molto alle persone perché consentono di esprimere la propria individualità, personalità e creatività personalizzando l’immagine in base a filtri, effetti e pose per riflettere lo stato d’animo o lo stile del momento.

 

Il valore dei selfie

La cultura dei selfie è spesso associata alla narrazione e all’affermazione della nostra identità, quindi sarebbe riduttivo definirla una questione di narcisismo. Si tratta anche di un mezzo che ci permette, a distanza di tempo, di richiamare alla mente sensazioni fisiche e significati che hanno caratterizzato alcune nostre esperienze, facilitandone il ricordo. Lo ha rivelato uno studio recente condotto da un gruppo internazionale di esperti guidato da Zachary Niese dell’Università di Tubinga, in Germania, e pubblicato sulla rivista Social Psychological and Personality Science. Dunque, ora la scienza svela perché ci piacciono tanto i selfie.

 

Lo studio 

L’indagine, condotta attraverso la revisione di sei studi coinvolgenti complessivamente 2.100 partecipanti e guidata da un gruppo di esperti internazionali capitanato da Niese, ha dimostrato che le fotografie scattate da una prospettiva personale aiutano a preservare le sensazioni fisiche associate a una situazione specifica. Chi fa autoscatti ha la possibilità di catturare un momento particolare attraverso il proprio punto di vista personale, e ogni volta che guardano l’immagine, riescono a rievocare le emozioni e le sensazioni provate durante una determinata occasione. 

 

Soddisfazione personale 

Il successo dei selfie e delle altre foto condivise su Instagram o TikTok, dunque, non è da ricondurre solo alla vanità e alla voglia di ostentazione davanti ai followers, ma anche alla soddisfazione personale che si prova ogni volta che si riguardano quelle immagini. Gli esperti hanno sottolineato che le persone che scattano selfie il più delle volte sanno esattamente quale angolazione scegliere e cosa desiderano catturare nell’istantanea per rappresentare e comunicare il sentimento o lo stato d’animo vissuto in quel momento. Al contrario, l’eventuale insoddisfazione che può derivare dalla visione di alcuni autoscatti ha spesso a che fare non tanto dal risultato, quanto dall’incapacità di catturare appieno il momento a causa di una prospettiva errata, che altera l’intento originale dello scatto e lascia al soggetto un retrogusto amaro.

 

Sensazioni e significati

Nello specifico, secondo la ricerca dell’università di Tubinga, i selfie e le foto realizzati dalla nostra prospettiva personale ci aiutano a ricordare le sensazioni fisiche che abbiamo sperimentato in quel determinato evento. Le foto scattate da altri, invece, ci consentono di cogliere meglio il significato di un particolare momento della nostra vita e a richiamarlo alla mente quando riguardiamo l’immagine. Man mano che le persone diventano più consapevoli dei loro obiettivi quando scattano foto e del ruolo delle prospettive e delle angolazioni, possono diventare più abili nel preservare i ricordi su cui riflettere in seguito. “Potenzialmente le pratiche fotografiche vanno a soddisfare un bisogno umano essenziale, ovvero sviluppare e comprendere il senso di sé, legato alle esperienze esistenziali e al loro significato più profondo”, ha spiegato il dottor Niese.