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La nostra alimentazione è migliorata pochissimo negli ultimi 30 anni

Un vasto studio ha verificato che le diete a livello globale non sono molto più sane rispetto al 1990

30/09/2022

Nonostante l’attenzione sempre maggiore verso l’adozione di abitudini più sane, negli ultimi trent’anni la nostra alimentazione è migliorata pochissimo. Se da una parte è aumentato il consumo di legumi, frutta secca e verdure, dall’altra è cresciuto quello di carni lavorate e cibi pieni di zuccheri, che hanno rallentato i passi in avanti. Il confronto è stato elaborato dai ricercatori della Tufts University, negli Stati Uniti, in uno degli studi più vasti sulla qualità delle diete a livello globale.

 

Gli scienziati hanno misurato le abitudini alimentari di bambini e adulti in 185 paesi del mondo, fra il 1990 e il 2018, analizzando una cospicua mole di dati raccolti dal Global Dietary Database. Alle varie diete è stato assegnato un punteggio da 0, che indica un’alimentazione povera e scorretta, a 100, ossia un’alimentazione che segue tutte le raccomandazioni per un adeguato bilanciamento di nutrienti sani. La media mondiale si assesta su un punteggio di 40,3, un miglioramento di 1,5 punti rispetto al 1990: molto modesto, appunto, anche se gli autori lo ritengono comunque significativo.

 

Guardando alle regioni del mondo, attualmente la media più bassa, 30,3, si registra in America Latina e nei Caraibi, la più alta invece nell’Asia meridionale, 45,7. La soglia dei 50 punti viene superata solo da dieci paesi, dove vive meno dell’1% della popolazione mondiale. I paesi più virtuosi nel regime alimentare sono Vietnam, Iran, Indonesia e India, mentre le diete peggiori sono quelle di Stati Uniti, Messico, Brasile ed Egitto. In generale, è emerso che gli adulti più anziani sono più propensi a seguire i consigli per un’alimentazione corretta rispetto agli adulti più giovani, e le donne più degli uomini.

 

“Abbiamo visto che da una parte troppo pochi cibi sani e dall’altra troppi cibi non salutari contribuiscono ad accrescere la sfida per il raggiungimento di una qualità ideale delle diete”, commenta uno degli autori, Dariush Mozaffarian; “Ciò suggerisce che politiche che incentivano e premiano il consumo di alimenti più sani, messe in atto ad esempio dal sistema sanitario e dai programmi di alimentazione statali, possano avere un impatto sostanziale nel miglioramento della nutrizione nei paesi del mondo”.

 

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature Food.