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Camminata veloce, elisir di giovinezza

Uno studio dell’Università di Verona dimostra che, dopo un mese di pratica, il movimento contrasta l’artrosi e protegge ossa e cartilagini dall’invecchiamento

26/10/2023
Crediti iStock - La camminata veloce è un elisir di giovinezza

L’attività fisica è parte integrante di uno stile di vita sano, a tutte le età. Aiuta a mantenere il peso sotto controllo. E, più in generale, permette di tenere lontani gli effetti dell’invecchiamento. Lo conferma anche un nuovo studio dell’Università di Verona appena pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences. La ricerca dimostra come un esercizio semplice come la camminata veloce, se svolto con regolarità, possa proteggere ossa e cartilagini e contrasti l’insorgenza di patologie come l’artrosi. È stata condotta dall’Uoc di Recupero e Rieducazione Funzionale in collaborazione con la Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport e dell’Esercizio Fisico dell’Università di Verona.

 

Marcatore di invecchiamento 

L’indagine si è concentrata sull’analisi della molecola mIR-146b. La molecola in questione è considerata un marcatore di invecchiamento. I risultati a cui sono giunti i ricercatori veronesi hanno mostrato che nel sangue delle donne si registra una maggiore concentrazione di miR-146b rispetto a quanto accade negli organismi maschili. Nei maschi, l’aumento della molecola è evidente a partire dai 42 anni e mostra una tendenza costante. Lo studio veronese ha dimostrato che l’attività fisica personalizzata può rallentare l’attività molecolare legata all’invecchiamento e ai processi degenerativi legati all’età. Al contrario, una vita sedentaria, tipica della società moderna, può contribuire a malattie cronico-degenerative. 

 

Adipociti 

Gli esami molecolari eseguiti nell’ambito dello studio hanno dimostrato una diminuzione dei livelli di miR-146b-5p che circola dopo un programma di attività fisica. Questa diminuzione è correlata a una riduzione delle cellule adipogeniche e all’aumento della componente cartilaginea. Le cellule adipogeniche, conosciute anche come adipociti, sono cellule specializzate nel tessuto adiposo, con una funzione chiave nella conservazione dell’energia sotto forma di grasso corporeo. Gli adipociti svolgono funzioni vitali nell’organismo, come la regolazione dell’omeostasi energetica, la termoregolazione e la produzione di ormoni. Le cellule adipogeniche e il tessuto adiposo, inoltre, hanno un ruolo complesso nella relazione tra invecchiamento e salute. Il loro accumulo e la loro funzione possono influenzare il peso corporeo, il metabolismo, l’infiammazione e la regolazione ormonale. Mantenere un peso corporeo sano e uno stile di vita attivo può contribuire a mitigare alcuni degli effetti negativi dell’invecchiamento correlati al grasso in eccesso. Inoltre, si sono riscontrati livelli inferiori di marcatori di invecchiamento associati alla degenerazione cartilaginea. L’attività fisica, dunque, aiuta a prevenire l’insorgenza di patologie osteoarticolari.

 

Programma settimanale

Per invecchiare bene, è fondamentale adottare uno stile di vita sano. I ricercatori dell’università di Verona hanno testato un programma specifico che prevede tre sessioni di camminata veloce a settimana per un totale di 4 settimane. Ogni sessione è supervisionata da un fisioterapista e comprende un riscaldamento di 10 minuti a bassa intensità, seguito da 30 minuti di camminata a una velocità compresa tra 6 e 8,5 km/h, e infine 5 minuti di defaticamento. È essenziale che la camminata sia svolta con una tecnica corretta, con un passo rullato (appoggiando prima il tallone, poi la punta), un passo allungato e un busto proteso in avanti, senza l’uso di bastoncini, ma con gli avambracci piegati.