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Immunoterapia, novità a Londra: niente flebo, si inietta sottocute

Terapia anticancro con atezolizumab pronta in pochi minuti, altro passo avanti

22/09/2023

Londra è la prima città al mondo a praticare terapie anticancro con atezolizumab in pochi minuti, ora infatti si può iniettare sottocute, soppiantando le sedute in poltrona con la flebo al braccio. Questa la notizia lanciata sulla stampa anglosassone dal National Health Service (NHS) il servizio sanitario inglese. Le immunoterapie saranno progressivamente introdotte per via sottocutanea, si legge sui report, per diverse tipologie di cancro, tra cui tumore del polmone, tumore del fegato e carcinoma vescicale. Si stima che ogni anno 3.600 pazienti nel Regno Unito beneficeranno di questa soluzione pratica, gradita e risparmiosa (nel senso che riduce la pressione sui nosocomi con un guadagno in termini di produttività) senza per questo soppiantare l’endovena, che richiede una seduta prolungata, ma resta ugualmente valida e fondamentale, specie quando il fattore tempo è meno pressante.

 

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Peter Johnson, professore di medicina e direttore del settore oncologia di NHS England, ha dichiarato che migliaia di pazienti potranno passare meno tempo in ospedale sulle poltrone delle flebo, liberando così prezioso tempo nelle unità di chemioterapia del National Health Service. Atezolizumab agisce evocando tutte le potenzialità del sistema immunitario, sguinzagliato in modo da trovare ed eliminare le cellule malate. Si punta così a risvegliare le difese naturali contro il tumore, concentrando in pochi minuti in sicurezza la somministrazione a parità di efficacia.

 

Atezolizumab è la prima immunoterapia antitumorale impiegata per alcune forme caratteristiche di carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC) e carcinoma epatocellulare (HCC), è un anticorpo monoclonale progettato per bloccare l’interazione tra la proteina PD-L1, espressa sia sulle cellule tumorali sia sulle cellule immunitarie infiltranti il tumore, e i tipici recettori che rispondono alla logica chiave serratura. Questo meccanismo permette di attivare i linfociti T, che svolgono un ruolo essenziale nel togliere di mezzo le cellule neoplastiche. Sulla stampa anglosassone si legge che la molecola è stata approvata anche per il trattamento del carcinoma mammario triplo negativo metastatico PD-L1-positivo, e nel melanoma in stadio avanzato positivo alla mutazione BRAF V600.

 

Occorre sottolineare che atezolizumab può causare effetti collaterali, come qualsiasi altro trattamento, per questo lo staff che lo prescrive è chiamato a valutare i potenziali benefici soppesando anche i rischi, discriminando caso per caso, secondo il giudizio del medico specialista. Viene utilizzato in monoterapia o in combinazione con altre molecole, a seconda del tipo di cancro, anche in prima linea in tandem con chemio.